Nella giornata di ieri il Consiglio comunale di Pietra Ligure ha espresso all’unanimità la propria posizione sul progetto di raddoppio e spostamento a monte della linea ferroviaria nella tratta Finale Ligure–Andora.
All’ordine del giorno figurava la mozione presentata dai consiglieri di minoranza Mario Carrara, Daniele Negro e Gianni Orsero, dedicata alla tutela della zona di pregio archeologico in regione “Corte” (o “Corti”), interessata dal progetto ferroviario. I proponenti hanno richiamato l’attenzione dell’aula sul parere favorevole espresso dal Ministero della Cultura – Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – Servizio V, evidenziando come l’area sia riconosciuta come zona ad alto rischio archeologico.
Il Consiglio ha quindi votato per la presentazione di una formale osservazione di opposizione al parere ministeriale, con l’obiettivo di tutelare e conservare i depositi archeologici presenti nell’area.
Il secondo punto discusso riguardava l’integrazione all’ordine del giorno relativa all’“Approvazione delle osservazioni sulla realizzazione di infrastruttura strategica di interesse nazionale – raddoppio della linea Genova–Ventimiglia – progetto definitivo della tratta Finale Ligure–Andora”. Anche questo provvedimento è stato approvato all’unanimità, con un emendamento proposto dalla maggioranza che ha sottolineato la necessità di valutare l’interramento dell’attuale linea ferroviaria.
Il termine per la presentazione delle osservazioni al soggetto attuatore, ITALFERR, è fissato al 4 novembre 2025.
Particolarmente significativa la valenza politica della decisione: è infatti la prima volta che un intero Consiglio comunale si esprime favorevolmente per il mantenimento dell’attuale tracciato ferroviario, seppur interrato, superando la precedente impostazione che prevedeva un inevitabile spostamento a monte. Per quanto riguarda Pietra Ligure, si tratta della quarta delibera contraria alla fermata in regione Corte, dopo quelle del 2004, del 2024, del giugno 2025 e, ora, di ottobre 2025. Già in tali occasioni l’amministrazione aveva proposto di collocare il nuovo tracciato in una zona più a monte, parallela all’autostrada.
Nelle osservazioni del Comune pietrese al progetto, oltre al rischio di compromettere irreversibilmente il patrimonio archeologico, si aggiungono anche le ripercussioni ambientali e sociali, dovute alla demolizione di edifici residenziali e all’impatto paesaggistico dell’opera, senza reali benefici in termini di servizio, poiché la nuova fermata avrebbe caratteristiche di semplice sosta e scarsa utilità per l’utenza locale.
Da Palazzo Golli sono state evidenziate ulteriori mancanze progettuali quali: l'assenza di un ponte sul torrente Maremola per collegare via Crispi e la nuova stazione con il traffico proveniente da levante e da Borgio Verezzi; l'inadeguata pianificazione della viabilità in zona artigianale di via Peagne e mancanza di collegamenti con la nuova strada di raccordo; l'assenza di un piano di potenziamento dei collegamenti pedonali, ciclabili e veicolari tra il centro cittadino e la nuova fermata; il mancato adeguamento dei sottopassi di piazza Canonico Morelli e via Don Guaraglia, che risulteranno sovraccarichi; la mancanza di misure di tutela per i pozzi dell’acquedotto comunale situati a monte del torrente Scarincio, in piena area di cantiere; la carenza di verifiche sulla compatibilità idraulica delle opere, in un’area classificata a rischio alluvionale (zona P3); l'assenza di un piano di mitigazione e compensazione ambientale e sociale conforme al D.Lgs. 36/2023; la necessità di prevedere barriere antirumore adeguate e condivise con gli uffici comunali.













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