Sono emerse prospettive interessanti, ieri sera a Busca, all’incontro del Patto Civico per la Granda, che si costituirà ufficialmente solo a fine anno a Cuneo, dopo un paio di ulteriori incontri a Mondovì e nell’area Albese.
Gli aspetti più propriamente politici li hanno affrontati il presidente della Provincia Luca Robaldo e il deputato Enrico Costa.
Se Robaldo ha spiegato che “le scadenze elettorali ci interessano ma non ci guidano”, il parlamentare monregalese ha tracciato la road map verso la quale il Patto si sta attrezzando in vista degli appuntamenti elettorali amministrativi del 2027.
“Il nostro territorio – ha affermato – è caratterizzato da realtà piccole, molte frammentate, con la presenza di una miriade di associazioni che segnano le vite delle nostre comunità”.
Venendo agli aspetti più specificatamente politico-amministrativi, Costa ha evidenziato che “da noi il bipolarismo non si avverte, perché le relazioni nei paesi avvengono su altre basi”.
E qui il deputato ha ricordato non solo l’esperienza del Patto Civico monregalese che aveva favorito, nel 2017, la vittoria di Paolo Adriano, ma anche quella del 2012 con l’elezione a Cuneo di Federico Borgna.
“In quell’occasione – ha ricordato Costa – le primarie del Pd, che avevano portato alla candidatura di Gigi Garelli, segnarono una rottura nell’area moderata di centro-sinistra che scelse Borgna e risultò vincente, a conferma del fatto che nella città capoluogo di provincia le posizioni di una sinistra radicale non trovano spazio”.
Costa, con la sottile perfidia del politico navigato, ha riservato una stoccata (per quanto soft) a Marco Bertone, promotore insieme ad altri, della Rete Civica tenuta a battesimo pochi giorni fa e che, di fatto, si pone in competizione con il Patto.
“È singolare osservare che nella consultazione del 2012 il candidato sindaco del Popolo delle Libertà (coalizione che riuniva il centrodestra) era proprio Bertone. Quando si dice ‘eterogenesi dei fini’ ”.
Costa ha aggiunto che nel Cuneese il cosiddetto “campo largo”, perseguito dal Pd di Elly Schlein, non troverà spazio. Anche a questo proposito non ha risparmiato un graffio a Mauro Calderoni, consigliere regionale Pd ed ex segretario provinciale.
“Anche lui – ha annotato – si vede costretto a rivedere la sua strategia rivalutando l’importanza della civicità”.
Ad avviso del deputato monregalese il ruolo delle liste civiche sarà cruciale nella tornata amministrativa del 2027, che riguarderà Cuneo, Mondovì e Savigliano.
Se Mondovì viene dato per scontato, le attenzioni del Patto Civico sono tutte proiettate su Cuneo, senza escludere Savigliano.
Non a caso a Busca, ieri sera, era presente una nutrita delegazione saviglianese: oltre al coordinatore Alberto Pettavino, che del Patto è coordinatore, il sindaco Antonello Portera, il presidente del Consiglio comunale Piergiorgio Rubiolo, l’assessore Rocco Ferraro, e il consigliere di minoranza Gianluca Zampedri.
Tuttavia, è sul capoluogo di provincia che si stanno concentrando le maggiori attenzioni del Patto.
Mano prudentemente tesa ai colleghi civici della Rete affinchè non si facciano irretire (il bisticcio di parole è puramente voluto) da un Pd che vorrebbe – in nome del “campo largo” – aprire ad alleanze con la sinistra dei Beni Comuni.
Costa, anche se non lo ha detto esplicitamente, immagina una “grosse koalition”, che, in nome del civismo, metta all’angolo Pd da una parte e Fratelli d’Italia e Lega dall’altra.
E, a suggello della sua strategia – se mai qualcuno avesse dei dubbi – ha aggiunto: “Anche il presidente Alberto Cirio la pensa così”.
Gli Indipendenti cuneesi, Giancarlo Boselli e Paolo Armellini, per portarsi avanti col lavoro e per ribadire che vorranno essere della partita non solo con un ruolo di comprimari, erano seduti in prima fila, come del resto già lo erano stati alla sala Varco al vernissage della Rete Civica.
Enrico Collidà, il “sindaco” in pectore, prudente e sornione, per ora guarda ma ancora non favella.













Commenti