Le casse della Regione tornano ad essere in difficoltà e sulla sanità piemontese aleggia di nuovo il rischio del piano di rientro. E’ questo il quadro presentato dal Presidente Alberto Cirio, che alla vigilia del dibattito sul bilancio di previsione 2020 ha voluto fare una foto dello stato finanziario delle casse di Palazzo Lascaris. E la situazione appare fortemente negativa.
Ad oggi la Regione, come ha spiegato il governatore, “ha sulle spalle un debito complessivo di 9.3 miliardi di euro”. Nel dettaglio 4.2 miliardi sono collegati all’utilizzo del Decreto Legge 35 del 2013 che ha consentito alle Regioni di chiedere allo Stato l’anticipo di risorse; 3.1 miliardi sono di mutui; 1.8 miliardi per l’acquisto di derivati risalenti alla giunta Bresso e 203 milioni di prestiti obbligazionari.
“Tutto questo – ha spiegato l’assessore regionale al bilancio Andrea Tronzano - si traduce in una “maxi rata” annuale che la Regione ha sulle sue spalle: per il 2020 avrà un importo di quasi 500 milioni di euro, 54 milioni in più rispetto al 2019. Nel 2021 la cifra salirà ulteriormente a 557 milioni di euro”. Un aumento, come ha spiegato la giunta Cirio, dovuta alla fine dei benefici della rinegoziazione dei mutui - da parte della giunta Chiamparino – ricaduti in particolare sul biennio 2018-2019.
A rischio tagli e ridimensionamenti i conti della sanità regionale, come ha denunciato l’assessore Luigi Icardi. “A marzo 2017 – ha spiegato l’esponente della giunta Cirio – abbiamo concluso il piano di rientro. Il problema è che, a partire dallo stesso anno, le Asl hanno ricominciato ad avere forti difficoltà economiche a coprire le spese solo con le fonti ordinarie di finanziamento, cioè il Fondo sanitario regionale e le cosiddette entrate proprie come il ticket”. “Nel 2018 e nel 2019 – ha aggiunto Icardi – l’ambito sanitario ha dovuto ricorrere a risorse straordinarie, ora però esaurite. Questo ci proietta di fronte ad un 2020 che ci dice che se sulla sanità continuiamo questo trend, non avremo risorse per coprire le spese”. “Sulle perdite del servizio sanitario regionale dobbiamo fare un’operazione di riduzione della spesa, perché se non lo facciamo noi verrà qualcuno da Roma: rischiamo di nuovo un piano di rientro” ha concluso l’assessore.
A contestare questo quadro negativo il capogruppo regionale del Pd Domenico Ravetti e la collega Monica Canalis. “Icardi – commentano i due esponenti dem – ha dato i soliti numeri, ma non ha spiegato quali politiche pensa di adottare senza incidere sui servizi e sui cittadini”. “Oggi è emerso -aggiungono i due consiglieri di minoranza - che nei conti della sanità regionale non c’è alcun disavanzo da coprire. La Giunta di centrosinistra non ha lasciato in eredità debiti: a partire dal 2017 c’è stata una maggiore spesa coperta grazie ad entrate straordinarie”. “Speriamo solo che tanto allarmismo non sia propedeutico a infauste scelte, come un nuovo blocco delle assunzioni” concludono Ravetti e Canalis.
Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia “bene ha fatto l’assessore Icardi a scoprire le carte sulla reale situazione finanziaria della sanità piemontese, ereditata dalla Giunta Chiamparino perché si può ripartire a programmare solo con un’operazione-verità”. “Ora auspichiamo che la soluzione proposta non preveda chiusure e declassamenti dettati da Roma e imposti ai territori” concludono gli esponenti di maggioranza.
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