Centoquaranta dipendenti in meno in 7 anni: sindacati e minoranza rilanciano l’allarme sulla dotazione organica del Comune di Varese.
Palazzo Estense, considerando tutti i settori, è passata dagli 825 “addetti” del 2015 ai 688 del 2022: «Garantire i servizi sta diventando difficile, viviamo momenti di grande difficoltà» ammoniscono dalla RSU. La ragione del calo? Leggi statali e vincoli di bilancio, ma l’opposizione in consiglio comunale pone l’accento anche sulle scelte dell’amministrazione corrente.
Se ne è parlato nel tardo pomeriggio di ieri in Commissione Sicurezza, concentrandosi almeno all’inizio sulla situazione all’interno della Polizia Locale: «Attualmente il nostro organico è di 63 agenti non contando i graduati - ha detto Alex Conte, del SULPL - di cui 40 operativi sulla strada. Se però consideriamo distaccamenti ad altre mansioni e assenze, abbiamo solo due pattuglie operative su tutta la città di Varese per ogni turno. Il problema è grande e non riusciamo di fatto a stare dietro alle richieste dei cittadini».
Conte ha fatto presente che, negli ultimi 3 anni, per 20 cessazioni, sono stati solo 7 gli ingressi. «È una situazione che si trascina da tempo - ha rincarato la dose Ramella della UIL FPL - Vent’anni fa l’organico contava il doppio degli agenti. La mancanza di personale oggi si sente ancora di più, visto che sono aumentati i compiti attribuiti alla polizia locale e le sue competenze territoriali, per esempio con il coinvolgimento nel presidio di Malpensa».
«Per 10 persone che lasciano il lavoro, il Comune ne può assumere 3 - ha dichiarato Eugenia Ravelli, dipendente e membro della RSU di Palazzo Estense, allargando il perimetro di discussione - perché le leggi attualmente in vigore prevedono che non si possa superare una determinata soglia nel rapporto tra entrate e spese per il personale. La situazione è drammatica, ancor più nei piccoli comuni. Come si può cambiare, come ci si può togliere questo cappio dal collo? Non certo aumentando il peso fiscale sulla cittadinanza: scatenerebbe una guerra tra poveri».
L’opposizione si è accodata ai sindacati: «L’amministrazione deve fissare delle priorità, deve decidere se ci sono dei servizi essenziali e integrare l’organico che li garantisce - ha attaccato Salvatore Giordano, consigliere di Fratelli d’Italia - Non assumi 15 geometri se hai bisogno di più agenti: la Polizia Locale deve essere una priorità, è la città che lo chiede. Se non si distingue tra servizi di priorità e servizi che si garantiscono solo se c’è la possibilità di farlo, il problema non si risolverà mai».
Scritto che la RSU ha chiesto un confronto con il sindaco Davide Galimberti che avverrà la prossima settimana, le prime risposte sono arrivate dall’assessore alla Polizia Locale Raffaele Catalano. Il quale, pur correggendo alcuni numeri e pur cercando di inquadrare in maniera corretta il problema, non ha negato la sottodotazione: «A oggi la Polizia Locale conta 89 effettivi, considerando i 17 amministrativi che operano in supporto. Il decremento è stato quindi di sole 8 unità in 6 anni. Per oltre un decennio le assunzioni a tempo indeterminato nei Comuni sono state regolate dal turnover parziale: questo ha causato la contrazione degli organici e il progressivo invecchiamento degli stessi. Quando però si è potuto bandire un concorso, Palazzo Estense lo ha fatto e ha immesso 7 nuove unità».
«È evidente - ha aggiunto Catalano, andando sul punto - l’impossibilità del nostro Comune di potenziare oggi l’organico della polizia locale, almeno di non pregiudicare gli equilibri di bilancio faticosamente raggiunti».
L’assessore ha però colto l’occasione anche per ricordare quanto si sia riuscito a fare negli ultimi mesi («10 ispezioni a cantieri edili, 400 servizi operativi, i servizi congiunti con le altre forze di polizia, 21 daspo, 438 servizi operativi incentivati, la costituzione del nucleo antidegrado con 6 agenti e l’ordinanza anti-alcol») sottolineando ancora una volta che la polizia locale non può agire in maniera autonoma nella sicurezza pubblica, perché non rientra tra le sua competenze: «Il governo deve capire che non esistono solo le Città Metropolitane cui destinare risorse in quest’ambito».
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