Fino a qualche mese fa era un tabù. Se ne parlava solo nei corridoi, ma non pubblicamente. Nell’ultimo Consiglio comunale dell’anno, però, il sindaco di Pinerolo Luca Salvai ha aperto alla cessione di Acea pinerolese energia. Ape è una società di proprietà dei Comuni del Pinerolese, impegnata nel campo della vendita del gas e delle energie rinnovabili, e ha come amministratore unico Francesco Carcioffo, direttore generale e amministratore delegato anche di Acea pinerolese industriale, la ‘società dei rifiuti’.
Negli anni Ape ha sostenuto i bilanci dei Comuni con cospicui dividendi. Ma attorno al suo status si è accesa più volte una discussione, perché aveva un amministratore unico e non un cda e perché operava su libero mercato, come una società commerciale. Questo mentre la Legge Madia del 2017 non permetteva agli enti pubblici di avere partecipazioni in società meramente commerciali. Ape però non viola questa disposizione, perché è impegnata anche nel campo delle energie rinnovabili, avendo acquistato una centrale idroelettrica a Roddi d’Alba nel 2014. E negli ultimi anni le sue iniziative in questo settore sono cresciute: a partire da quella di fare interventi di efficientamento energetico sui condomini.
La crisi del gas e dell’energia, causata dalla guerra in Ucraina, però, ha fatto suonare il campanello d’allarme in Salvai, che vorrebbe ragionare sul futuro dell’azienda: “Come sindaci dobbiamo chiederci se ha senso detenere partecipazioni in società che fanno attività sul libero mercato, con i rischi che ne conseguono – argomenta –. Ape ora è una società sana e la sua eventuale vendita andrebbe comunque affrontata alla fine di questa crisi energetica”.
A esprimere preoccupazione è anche il consigliere di minoranza Giuseppino Berti (Pinerolo Bellissima) che sottolinea come la presenza di un amministratore unico, senza successori individuati o senza un consiglio di amministrazione al fianco, sia, dal suo punto di vista, un problema: “Il capitale sociale può deteriorarsi”.
Luca Barbero (capogruppo del Pd), invece, invita alla prudenza e a “ragionare su uno sviluppo, visto che la società sta investendo nelle energie rinnovabili. Fare solo cassa sarebbe sbagliato”.
Dal canto suo, l’amministratore Carcioffo guarda al futuro con ottimismo, senza entrare nel merito del dibattito: “La scelta di un’eventuale vendita è in capo alla proprietà e non sta a me dire se è giusta o sbagliata – commenta –. Ape dal 2003 dà utili e oggi si trova in una situazione complessa per la crisi energetica, ma tra un anno la situazione quale sarà? Io penso che tra 5 anni avremmo un grande valore sul fronte delle rinnovabili, perché siamo stati i primi in Italia a investirci e avremo vantaggi competitivi da sfruttare”.
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