«La chiusura delle liste della Lega per venerdì. Io ho chiesto la conferma degli uscenti, certo con il taglio dei parlamentari non è facile per nessuno. Una certezza? Umberto Bossi». Stefano Gualandris, commissario provinciale del Carroccio, sta respirando le ultime ore di pace in montagna, anche se il telefono cerca di incrinarle.
Poi riparte. La seconda metà della settimana richiama, già oggi full immersion con l’eco della giornata alla Versiliana di Salvini con diversi esponenti leghisti del territorio e i giovani del movimento. Gualandris ribadisce che con la nuova legge elettorale, non sarà semplice: è già emerso in altri partiti. «Ci sarà rinnovamento, come pure conferme. Io ho presentato la mia lista, poi le scelte le farà il federale. Sì, la certezza è Bossi, ci mancherebbe, lui è il padre fondatore. A meno che lui dica di no, ma l’avrebbe già fatto sapere». Per il resto, le indicazioni sono state date, ma appunto l’ultima parola spetta a Salvini. Poi la partita si sposta sul campo dell’intero centrodestra.
Non teme, Gualandris, reazioni in caso di scelte ritenute penalizzanti? «No, siamo un movimento politico disciplinato – risponde – Qualsiasi scelta sarà apprezzata. Non penso che avremo “paracadutati”, non è la nostra prassi a Varese. Per i collegi territoriali, se si dovessero confermare due a noi e uno a un altro partito di coalizione, sarebbe un successo per me come referente provinciale. Vorrebbe dire due sicuri più uno al proporzionale. Riconfermerei tre del territorio». Aggiunge, Gualandris però: «Mamma Lega premia sempre chi ha lavorato bene sul territorio. Per il listone proporzionale, ho già depositato io in fretta e furia. Il tempo non ci permette grandi ragionamenti. Ventun nomi su nove posti teorici, da sindaci di Comuni sotto i 15mila abitanti a Sud, Centro, Nord della provincia, giovani, pensionati… Tutti già andati a firmare in via Bellerio prima di Ferragosto».
Questa settimana Salvini deciderà di candidare i plurinominali e si attingeranno i nomi. Rimette in chiaro Gualandris: «Io ho dato i pareri, per me bisogna riconfermare gli uscenti, perché hanno lavorato bene». La fretta dichiarata è legata ai tempi stretti, per cui prima si chiedeva sempre una rosa sul territorio, mentre ora non è stato possibile. C’è anche la questione del casellario giudiziale da presentare, una tappa in più nelle procedure. Poi il pensiero torna a Bossi: «Non è mai passato nell’anticamera del cervello di non candidarlo. Abbiamo pensato al listino della Camera». Questo per consentire una presenza fattiva ma anche con attenzione alle sue condizioni di salute. «Bossi è la Lega, io lo metterei 1 nel listino di Varese – osserva ancora Gualandris – Non si può non garantirgli una posizione». Tutto è iniziato con e per lui: una questione di rispetto e di riconoscenza.
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