Dopo le contestazioni ricevute la mattina, un intervento breve, lungo poco più di cinque minuti. Sintetico e pragmatico, nello stile di quel “Whatever it takes” che diede uno scossone salvifico ai mercati europei. Anche oggi le parole di Mario Draghi arrivano puntuali, parlano di un presente che non può non considerare le sue variabili per guardare al futuro.
Il premio “PoliTO Foresight and Innovation”
Dal palco delle Ogr, dove l’ex premier e presidente della BCE ha ritirato il premio internazionale “PoliTO Foresight and Innovation”, istituito dal Politecnico di Torino per la prima volta su volontà del Rettore Stefano Corgnati, si dice grato, parlando dell’ateneo torinese come di un “esempio per i nostri studenti, ma anche per i governi”.
Poi passa a parlare del “vero premiato”, ovvero quel rapporto che “impropriamente prende il mio nome”.
"Sono qui a dirvi grazie per conto di tutti gli attori che hanno lavorato a questo rapporto. Sono loro che vanno ringraziati". Un rapporto nato da una domanda semplice: “È vero che l’Europa non è più competitiva?” e che ha preso in considerazione le spiegazioni per cui il Vecchio Continente fatica a produrre in un sistema globale dove altri colossi fanno la voce grossa.
“Gli europei sono pigri, non hanno cultura del rischio, sono protetti da legge sociali che sono estremamente rigide, costose per le imprese. L’Europa non è un buon continente dove fare affari”. Queste le motivazioni raccolte prime della stesura del rapporto.
Draghi difende il valore dell'Europa
“Ma la realtà è che questo non è vero - ha spiegato Draghi - Se noi astraiamo l’high tech dall’economia americana, la produttività del resto dell'economia è più o meno come la nostra. Se noi guardiamo a noi stessi vediamo paesi con un’alta produttività anche dove c’è un fortissimo sistema di sicurezza sociale. Da qui è venuta la strategia generale di dire che noi siamo molto orgogliosi dell’Europa, non vogliamo tradire i nostri valori e dobbiamo chiederci come fare per preservarli. La risposta è arrivata attraverso l’innovazione”.
Draghi ha poi parlato del “metodo” che ha portato alla stesura del rapporto con focus su dieci settori strategici per l’economia europea. Un lavoro retto da “tre gambe”: Commissione Europea, industria e economisti". E in particolare parlando con le aziende che si è lavorato per attrarre innovazione.
L'importanza dell'innovazione
"Sono loro quelli che ci hanno detto cosa non funziona e dove agire con urgenza - ha concluso Draghi - ho intervistato decine di Ceo e Unicorns di giovani partiti da altri paesi europei. Perché siete partiti? cosa fareste per tornare? Queste le domande che li ho rivolto. Ho imparato moltissimo da loro. Prima del rapporto nelle imprese europee c’era un senso di tranquillità, poi diventato urgenza, ancora prima del cambio di amministrazione americana".
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