Continua la fuga dei giovani da Genova e il 2024 aggiunge al conteggio di quanti hanno deciso di lasciare la città oltre mille e cento under 40.
Un fenomeno che ormai è strutturale ma che sembra non importare alla politica. A rimetterlo al centro in queste ore è Silvia Salis, candidata della coalizione di centro sinistra, che si concentra su uno dei dati più allarmanti: nel solo 2024, secondo l’ISTAT, 1.174 giovani genovesi tra i 18 e i 39 anni hanno lasciato la città per trasferirsi all’estero.
Una tendenza che per Salis rappresenta una “emorragia silenziosa, che tocca le famiglie, svuota i quartieri, impoverisce il futuro della città”.
Nel suo intervento, la candidata ha sottolineato come la politica non possa più permettersi di osservare questo fenomeno senza agire: “Chi amministra non può limitarsi a osservare questo fenomeno. Quando sarò sindaca costruirò un Patto concreto per lo sviluppo tra Comune, imprese e sistema formativo, per creare lavoro stabile, qualificato e adatto alle competenze delle nuove generazioni”.
La proposta è quella di un’alleanza permanente tra istituzioni locali, tessuto produttivo e mondo della formazione, in grado di rimettere al centro le competenze dei giovani e costruire nuove opportunità reali in città.
Salis vede artigianato, piccola impresa, start-up e innovazione come i motori su cui scommettere. “Serve ripartire dall’artigianato, dalla piccola impresa, dalle start up e dall’innovazione: è lì che nascono aziende giovani, femminili e nuove reti sociali capaci di far vivere i quartieri”.
Dietro la denuncia, c’è anche una visione culturale: la città, secondo Salis, deve tornare a essere desiderabile per chi è giovane, per chi mette radici, per chi progetta la propria vita. “L'emigrazione giovanile deve essere una delle priorità della politica, perché una città da cui i giovani fuggono e difficilmente decidono di tornare, è una città che ha un futuro difficile davanti a sé”.
Ma l’obiettivo non è solo il quadro attuale, bensì quello di rilanciare una Genova diversa, capace di attrarre chi oggi se ne va. “Possiamo e dobbiamo invertire questa tendenza, Genova è una città straordinaria, con una storia regale e superba, di lavoro dignitoso, e può tornare a essere attrattiva, viva, a misura di giovani e famiglie”.
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