Il lavoro come tema fondamentale per il benessere della comunità e dei cittadini: questo uno degli obiettivi della coalizione di centrosinistra per le prossime elezioni comunali. Per sottolineare l’importanza del Comune per la costruzione di politiche di ascolto e condivisione è stata convocata una conferenza stampa al point elettorale di Silvia Salis in via Carducci che ha visto presenti il consigliere regionale Andrea Orlando, il Segretario del Partito Democratico di Genova Simone D'Angelo, e Dario Danti, Assessore con deleghe al Lavoro presso il Comune di Firenze, invitato appositamente per condividere l'esperienza fiorentina. Presente anche la candidata alla presidenza del Municipio Centro Est Simona Cosso, che ha sottolineato la centralità del tema. La candidata sindaca, seppur presente, non ha partecipato alla conferenza.
Obiettivo della mattinata: affrontare l'enorme problema del lavoro a tutti i livelli istituzionali, dai Municipi fino al nazionale, proponendo "un nuovo patto per il lavoro" da costruire con le parti sociali. Questa visione richiede una visione pubblica e una programmazione congiunta.
Tra i temi centrali discussi è emersa la volontà di rimettere al centro il lavoro, declinandolo in base a ciò che un’amministrazione locale può concretamente fare. Si punta quindi a moltiplicare le occasioni di occupazione, sia nel settore pubblico che in quello privato, ponendo l’accento sulla necessità che il lavoro sia sicuro, ben retribuito e in linea con i contratti collettivi nazionali.
È stata inoltre evidenziata la necessità di affrontare il problema della qualità salariale molto bassa che caratterizza Genova rispetto al resto del Nord Italia, contrastando il crollo della qualità del lavoro. Un altro punto fermo espresso è la volontà di superare l’idea, ormai inaccettabile, che il Comune possa aprire posizioni ad alta specializzazione senza prevedere un’adeguata retribuzione.
Secondo D’Angelo e Orlando, occorre smettere di confondere il lavoro con lo sfruttamento, una deriva che si è manifestata tanto nei grandi eventi privati quanto anche all’interno della macchina pubblica. È fondamentale poi contrastare l’emigrazione dei giovani, sia qualificati che meno qualificati, affrontando con decisione il tema della qualità del lavoro per riuscire a trattenere le nuove generazioni.
Si propone infine di implementare le competenze sul lavoro in tutti gli enti pubblici e nelle reti connesse, promuovendo un confronto costante con chi lavora ogni giorno. In questo quadro, si intende rafforzare il ruolo dei municipi per agevolare e valorizzare la piccola impresa e l’economia locale, costruendo percorsi di sviluppo basati su innovazione e tecnologia.
L’attività portata avanti dall'amministrazione comunale di Firenze, e presentata come un modello virtuoso di ciò che un ente locale può fare per la qualità del lavoro, si concentra su diverse aree concrete. L'obiettivo è smentire l'idea che i comuni siano impreparati su questi temi e dimostrare che possono avere una funzione di indirizzo rispetto alla dignità del lavoro.
L'azione fiorentina si è strutturata principalmente attraverso tre azioni prevalenti. La prima consiste nell'attivazione di diversi tavoli sul lavoro, volti a un monitoraggio costante degli appalti comunali, all'intervento sul lavoro povero nel settore del turismo (collaborando con sindacati e datori di lavoro), e a un tavolo specifico dedicato ai rider con le organizzazioni sindacali e le principali piattaforme.
Un altro strumento fondamentale è il Protocollo Appalti, firmato con le principali sigle sindacali CGIL, CISL e UIL. Questo protocollo prevede confronti preventivi con i sindacati sugli appalti in scadenza, il monitoraggio semestrale degli appalti in essere, e l'applicazione dell'offerta economica più vantaggiosa in tutti gli appalti (beni, servizi, lavori). Un aspetto cruciale è l'attribuzione di un punteggio premiale elevato per l'offerta tecnica (fino all'80-90%), che valorizza la qualità dell'appalto rispetto al mero ribasso economico. Vengono inoltre inseriti criteri di attenzione per giovani, persone con disabilità e occupazione femminile, e criteri stringenti contro il subappalto a cascata.
Infine, Firenze ha affrontato la questione del salario minimo a 9 euro, non potendo il Comune intervenire direttamente sulle paghe, ha provato a metterlo in campo tecnicamente. Ciò è avvenuto introducendo un criterio premiale negli appalti pubblici. Ad esempio, nell'appalto per le pulizie delle scuole dell'infanzia, l'offerta tecnica è stata portata al 90% e sono stati assegnati 10 punti (su 100 totali) a chi sceglieva volontariamente di applicare il salario minimo di €9. Questa differenza di costo è stata coperta aumentando le risorse destinate all'appalto, rappresentando un investimento economico da parte del Comune. In quell'occasione, tutte e sette le ditte partecipanti hanno aderito a questo criterio, dimostrando che l'applicazione del salario minimo attraverso questo meccanismo è una realtà realizzata, non solo un auspicio. Questa modalità si è rivelata particolarmente utile per i contratti del settore multiservizi (portierato, guardiania, pulizie, facchinaggio, vigilanza), caratterizzati da qualità salariale molto bassa.
Per i grandi cantieri pubblici, come le nuove linee tramviarie o lo stadio Franchi, è stata implementata la modalità del "cantiere trasparente", che prevede digitalizzazione, informatizzazione e controllo (anche con tecnologie e intelligenza artificiale) su lavoratori, ditte, tempi e accessi, in collaborazione con la Cassa Edile.
Queste iniziative dimostrano che "non è vero che certe volte facciamo solo enunciazioni di principio e non si risolvono i problemi. Si può fare", e l'esperienza di Firenze è stata offerta a Genova per trovare modalità concrete di applicazione.
“Si è parlato di appalti, si è parlato del salario minimo, si è parlato dei dei tirocini, aggiungo l'impegno a non confondere più lavoro con sfruttamento, cosa che in questi anni abbiamo visto sia nei grandi eventi (che hanno portato alti profitti a privati) e sia incredibilmente proprio all'interno della macchina pubblica con una modalità unica ma grave da un punto di vista etico, morale, ma anche amministrativo” ha concluso D’Angelo.
“Anche a livello Municipale si può fare tanto - aggiunge Simona Cosso - per agevolare e valorizzare la piccola impresa che vive con competenza e peculiarità tutti i vari Centri di Genova da Levante a Ponente. Dare forza ai municipi vuol dire dare forza e voce all’economia locale. Dobbiamo costruire percorsi di sviluppo, attraverso l’innovazione e la tecnologia a portata di tutti e tutte, per un’economia davvero sostenibile, inclusiva e di valore per gli abitanti dei quartieri”.
“Credo che sia molto importante aver messo il tema della qualità del lavoro al centro della campagna elettorale della proposta di Silvia Salis e della coalizione - sottolinea Andrea Orlando - come lo era stato per le regionali precedenti. Non è un caso, perché il fenomeno più drammatico che credo segni la nostra regione, la città di Genova, è quello dell'emigrazione dei giovani. Sostanzialmente la tendenza demografica è aggravata da una costante emigrazione. Guardare a tutti gli elementi che naturalmente possono produrre equità, ma che possono soprattutto trattenere le giovani generazioni, è un obiettivo fondamentale”.
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