Poco tempo per elaborare una strategia e 12 giorni per metterla in atto e recuperare quei tre punti di distacco che separano Davide Galimberti (48%) da Matteo Bianchi (44,89). La coalizione di centrodestra si è riunita oggi per analizzare il risultato elettorale e capire come si sono comportati i varesini al voto.
Il primo dato che emerge, dopo aver passato al setaccio le preferenze, è che molti elettori hanno optato per il cosiddetto voto disgiunto: hanno cioè votato Galimberti come sindaco ma poi espresso la preferenza per un candidato di centrodestra. «Sommando i voti delle liste c’è un 6% in più a favore di Galimberti e un 2% in meno per me - spiega Bianchi- Questo significa che una parte di elettori è ricorsa al voto disgiunto, riferibile soprattutto alle liste centriste».
Questo potrebbe essere penalizzante in fase di ballottaggio. Oppure no. Perché c'è la variabile liste civiche da tenere in considerazione: tutti alle urne per esprimere le preferenze ma poi solo la militanza nei partiti dà garanzia di partecipazione al ballottaggio. E la coalizione di centrosinistra era prevalentemente formata da civiche.
Il problema vero resta l’astensionismo, «e siamo stati penalizzati anche dal trend nazionale». Un quadro desolante che però a Varese non ha retto, altrimenti Galimberti avrebbe vinto al primo turno.
Il distacco è minimo tra i due candidati. Si tratta di poco più di mille voti che anche le alleanze strette in questa fase potrebbero garantire. «Non ho preclusioni a possibili convergenze programmatiche con Zanzi e Coletto, vista la sovrapponibilità di molti obiettivi comuni - conclude Bianchi - La volontà è sempre stata quella di aprire e non di chiudersi».
Commenti