Savona avrà il suo ballottaggio il prossimo 17 e 18 ottobre tra Marco Russo che si è fermato al 47.79% e Angelo Schirru al 37.31%, 10 punti percentuali che hanno fissato un netto divario tra i due rivali ma che potrebbe comunque riservare in queste due settimane ancora delle sorprese.
Comunque a farne veramente da "padrone" in questa tornata elettorale sono state le liste civiche: il Patto per Savona in appoggio a Russo ha fatto un vero e proprio exploit con l'11.8% (terza lista complessiva dopo il Pd e Toti per Savona, sopra pure alla Lega) e discretamente bene pure la civica Schirru Sindaco che si è fermata al 5.95% a pochi punti percentuali da Fratelli d'Italia.
E' il Partito Democratico il primo partito con il 20.12%, un numero di tutto rispetto ma che i dem alla vigilia speravano certamente fossi più alto. Con una disaffezione dei savonesi alla politica può essere comunque considerato un buon risultato.
Al secondo posto si piazza Toti per Savona (Cambiamo) con il 13.5% tenuto a galla principalmente dal capolista assessore uscente Pietro Santi, i suoi +1200-1300 voti hanno garantito un elite al partito del presidente regionale.
Quarta la Lega al 10.32%, superata come detto dal patto, che è sicuramente la delusa dal lotto visti i consensi nazionali (in calo dopo queste amministrative): a pagare probabilmente è la gestione da amministratori uscenti, gli slogan cittadini e forse la perdita anche di un ottimo raccoglitore di preferenze come Massimo Arecco.
Il risultato più alto e forse anche inaspettato nella coalizione di Russo, è quello della lista "RiformiAmo Savona" al 9.26% (il più importante a livello nazionale dove i riformisti si sono presentati uniti) che metteva insieme diverse realtà tra cui +Europa, Italia Viva e Azione, partito dell'ex ministro Calenda che a Roma ha sorpreso tutti con un imponente al 19%.
Ha deluso il partito di Giorgia Meloni al 6.9% considerati anche i numeri potenziali che alla vigilia avrebbe potuto portare in dote. Prima partecipazione alle urne con una lista a Savona nella loro storia, potrebbe essere quella la scusante.
La Sinistra unita in Sinistra per Savona ha fatto il suo nella coalizione, è sì il quarto partito su quattro, ma dopo aver avuto un passato di divisioni, l'unione della lista è già un passo più che avanti. E poi il 6.63% non è per nulla da buttare via, anzi.
Male Forza Italia e Udc all'1.73%, la costruzione della lista quasi all'ultimo secondo è sicuramente una causa e una visibilità dettata forse solo da un camion vela che attraversava la città non può bastare.
Passando ai "delusi", il primo è Manuel Meles del Movimento 5 Stelle con il 9.77% (6.44% il M5S, 2.68% la civica ConTe per Savona) che cala nettamente il suo consenso rispetto a 5 anni fa nel quale si era verificato l'exploit del candidato Salvatore Diaspro (25.10%, ad un passo dal ballottaggio). Altri tempi sicuramente con l'obiettivo in questa tornata che poteva essere proprio quello del 10-12% anche grazie alla presenza della lista in appoggio con al centro la figura dell'ex premier Giuseppe Conte. Così non è stato, ma per pochi punti percentuali. Ora bisognerà capire cosa faranno al ballottaggio, ma il sentiment pare quello di non allearsi con nessuno come già detto a più riprese, lasciando liberi i propri elettori di scegliere chi votare.
3.68% per Luca Aschei e la sua Andare Oltre. Il suo lavoro social e nel gazebo di Corso Italia hanno comunque dato i suoi frutti. E' la quarta forza, probabilmente si aspettava qualche punto percentuale in più ma entrerà in consiglio e si preannuncia una opposizione importante.
Delude all'ultimo posto, l'ex primario di Reumatologia dell'ospedale San Paolo Francesco Versace con Noi con l'Italia - Savona Popolare all'1.34%. La decisione di correre da soli e non in coalizione con tutto il centrodestra come fatto alle ultime regionali, non ha pagato. Ora probabilmente sceglieranno di appoggiare Schirru anche se potrebbe servire a poco.
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