Sabato 25 ottobre, a La Morra, il Monastero dell’Annunziata ha riaperto le sue porte al pubblico trasformandosi nel rinnovato Museo Renato Ratti del Barolo e dei Vini d’Alba. Un luogo simbolico che torna a vivere dopo un importante intervento di restauro e valorizzazione, sostenuto dal Bando regionale per i siti UNESCO e completato nel settembre 2025.
Alla cerimonia inaugurale, che ha richiamato numerosi visitatori, erano presenti rappresentanti istituzionali, studiosi e protagonisti del mondo del vino.
Un percorso tra storia, innovazione e territorio
Il nuovo museo, realizzato dal figlio Pietro Ratti, ripercorre la parabola umana e professionale di un autentico innovatore, mostrando quanto le sue intuizioni abbiano inciso sulla viticoltura moderna e sull’identità stessa delle Langhe.
Il percorso espositivo si sviluppa lungo una linea temporale che intreccia biografia e storia del territorio, dagli anni della formazione alla Scuola Enologica di Alba fino all’esperienza in Brasile, dal ritorno nelle Langhe alla fondazione della cantina dell’Annunziata.
Tra gli oggetti esposti e i pannelli tematici, emergono le principali rivoluzioni di Ratti: l’introduzione dei cru e della carta tematica del Barolo, la rivisitazione della bottiglia tradizionale Albeisa, il disegno del “calice Piemonte”, la classificazione delle vendemmie e la promozione di una politica di qualità che ha cambiato per sempre il modo di intendere il vino italiano.
Le cantine diventano spazio multimediale
Nelle antiche cantine al piano seminterrato, la dimensione storica incontra quella tecnologica: la “Stanza dei torchi” conserva le carrà, la brenta, le botti scavate dal tronco d’albero, le bottiglie e strumenti del vecchio museo etnografico del 1970, mentre una sezione interattiva propone una nuvola animata di marchi e loghi delle cantine di La Morra, che si intrecciano con una carta dinamica dei cru. Un gioco visivo che permette al visitatore di scoprire in modo intuitivo la geografia e le etichette del territorio.
Renato Ratti, il padre dei cru del Barolo
Nato a Villafalletto nel 1934 da una famiglia di medici e veterinari, Renato Ratti si diploma alla Scuola Enologica di Alba e parte per il Brasile, dove lavora per un decennio con la Cinzano, contribuendo allo sviluppo della viticoltura nelle regioni aride del Sertão. Tornato in Italia nel 1965, sceglie di stabilire la sua cantina proprio nel millenario Monastero di Marcenasco a La Morra, cuore pulsante del Barolo.
Qui introduce un metodo moderno di vinificazione delle uve nebbiolo e, soprattutto, elabora il concetto di cru, che tradurrà nella celebre mappa dei vigneti del Barolo, destinata a diventare un riferimento mondiale. Da presidente del Consorzio del Barolo partecipa alla stesura del disciplinare della DOCG e, da direttore del Consorzio dell’Asti, è protagonista dello storico accordo tra viticoltori e grandi case spumantistiche.
Pioniere anche nella comunicazione del vino, tiene all’estero – per primo – le moderne masterclass dell’ICE (Istituto Commerciale Estero), scrive libri e saggi, e nel 1970 fonda il primo Museo dei Vini di Alba, convinto che il vino sia prima di tutto un fatto culturale. Colto da una malattia improvvisa, muore nel 1988, a soli 54 anni.
Le dichiarazioni
Marialuisa Ascheri, sindaca di La Morra:
“È stato un percorso lungo e, a tratti, complesso, ma oggi possiamo dire di aver raggiunto il traguardo. Mi piace ricordare le parole del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, pronunciate in occasione della prima bocciatura del bando: ‘Persistete e abbiate coraggio’. Ecco, oggi possiamo dire di averlo fatto. Le nostre colline, riconosciute patrimonio UNESCO nel 2014, ci ricordano ogni giorno che la bellezza è un dono, ma anche una grande responsabilità. Il Museo Renato Ratti è un omaggio alle Langhe nella loro interezza, alla capacità di costruire il futuro restando fedeli alla propria identità. I prossimi passi riguarderanno il restauro del Monastero e delle celle dei monaci, che saranno destinati a nuovi spazi espositivi e culturali. Nella primavera 2026 partirà inoltre il primo lotto dei lavori per il recupero della piazza di La Morra, dove saranno realizzati anche nuovi spazi di sosta”.
Paolo Bongioanni, assessore della Regione Piemonte:
“Un grazie va a chi è stato protagonista, ma anche ambasciatore della nostra terra. Qualche giorno fa mi trovavo a Osaka insieme al presidente Cirio e abbiamo cercato di raccontare il Piemonte attraverso i suoi simboli più riconoscibili: la Nutella, il tartufo bianco d’Alba e, naturalmente, il Barolo. È stata proprio la parola Barolo ad aprire il dialogo con tutti: segno che i nostri produttori e i nostri testimoni del vino hanno saputo affermare nel mondo l’eccellenza piemontese”.
Massimo Antoniotti, vicepresidente della Provincia di Cuneo:
“Noi langhetti siamo abituati al lavoro e alla tenacia. Oggi, se possiamo godere di questo benessere diffuso, lo dobbiamo anche a persone come Renato Ratti, che hanno portato il nome delle Langhe nel mondo. Abbiamo il dovere morale di tramandare questo patrimonio alle nuove generazioni”.
Pietro Ratti, il figlio di Renato Ratti, produttore vinicolo in La Morra:
“Due giorni fa mio padre avrebbe compiuto 94 anni: credo che oggi sia il giorno perfetto per inaugurare il suo museo. Desidero ringraziare la Regione Piemonte, il Comune di La Morra e la Fondazione CRC, che hanno reso concretamente possibile questo progetto. Per la realizzazione del museo ho scelto di avvalermi di un gruppo di professionisti che non avessero esperienze precedenti in ambito museale, perché la mia idea era quella di creare un museo diverso dagli altri. Credo che l’obiettivo sia stato raggiunto — e saranno i visitatori a confermarlo. Se qualcuno si chiederà come abbia fatto Renato Ratti, senza computer né intelligenza artificiale, a realizzare tutto ciò, la risposta è semplice: con genio, visione e tempo. Un tempo lungo, reso possibile anche grazie a mia madre, che gli ha permesso di dedicarsi pienamente alla sua visione. È per questo che oggi chiedo a lei di tagliare il nastro”.
Un’eredità che parla al presente
Il nuovo Museo Renato Ratti del Barolo e dei Vini d’Alba non è solo un tributo alla memoria, ma un progetto vivo, pensato per avvicinare i visitatori – italiani e internazionali – alla cultura del vino e all’evoluzione delle Langhe attraverso l’eclettica figura di uno dei suoi più grandi interpreti.
Il museo è aperto ogni sabato e domenica dalle 10 alle 17, con visite accompagnate ogni ora (ultimo ingresso alle 16). L’ingresso è gratuito; durante la settimana l’accesso è su prenotazione.
Monastero dell’Annunziata, frazione Annunziata – La Morra (CN)
Info e prenotazioni: www.ratti.com – E-mail: visit@ratti.com – Tel. 0173 50185
La parola ai protagonisti
Maria Luisa Ascheri, sindaco di La Morra
Pietro Viglino, vicesindaco
Pietro Ratti

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