La scena politica varesina si anima attorno a un nome che da settimane ricorre tra le piazze (fisiche e virtuali) e nei commenti dei cittadini: Luca Marsico. Avvocato, già consigliere regionale di Forza Italia e figura storica del centrodestra lombardo, Marsico non si sbilancia ma neppure chiude le porte a un ritorno diretto nella politica amministrativa.
«Mi metto a disposizione senza strategie o tattiche – spiega –. Se potrò essere utile, lo farò volentieri». Con alcuni interventi e commenti sui social, Marsico che è già stato sindaco a Brusimpiano, è tornato decisamente al centro del dibattito politico varesino.
Negli ultimi mesi la sua presenza pubblica è tornata costante: cerimonie istituzionali, incontri culturali, momenti civili. Un ritorno visibile che molti hanno letto come preludio a una nuova stagione politica. Marsico, però, precisa: «Ho iniziato a partecipare a eventi e cerimonie fin da bambino, con mio padre, allora comandante dei Carabinieri di Malnate. È un legame che non ho mai interrotto. Negli anni la mia presenza è diventata doverosa per ruolo e poi spontanea come cittadino profondamente legato al territorio».
Accanto alla dimensione pubblica, anche la comunicazione sui social è cresciuta in tono e frequenza. Non slogan, ma riflessioni. «Il contatto diretto con le persone resta insostituibile – osserva –. Tuttavia, i social, se usati con rispetto, permettono un confronto immediato e aperto. L’importante è che non diventino un surrogato della realtà, ma uno strumento per allargare il dialogo».
Da tempo si parla di una sua possibile candidatura sostenuta da una lista civica, capace di attrarre un elettorato trasversale. Marsico, interpellato sul punto non smentisce: «Se non avere tessere di partito fa di me un civico, allora lo sono. Non ho una tessera da sette anni. Tuttavia le mie radici nel centrodestra sono profonde, e credo nell’importanza dei partiti, sancita dalla Costituzione».
Un equilibrio non semplice, che sembra rispecchiare la volontà di restare libero, ma non isolato. Un approccio coerente con la sua associazione Insieme e Futuro, fondata nel 2019 per promuovere riflessione politica e partecipazione civica.
L’idea di Marsico di una Varese rinnovata parte da un punto fermo: il metodo. «All’attuale sindaco non riconosco capacità di ascolto – afferma –. Chi amministra deve decidere, anche in solitudine se necessario, ma l’ascolto delle associazioni e dei cittadini deve essere reale. Troppo spesso si organizzano incontri quando i provvedimenti sono già firmati: una partecipazione di facciata che svuota di senso il dialogo».
Un giudizio netto che si lega alla sua visione di amministrazione «pragmatica e vicina ai cittadini», centrata su legalità, trasparenza e responsabilità condivisa.
Sul tema delle candidature, Marsico invita alla calma: «Non mi sono posto il problema dei tempi. Essere fuori dai partiti mi consente di superare certe liturgie che conosco bene. L’importante è che entro la primavera si definisca una guida per la città, così da poter lavorare seriamente al progetto amministrativo». Quanto alla possibilità di unire generazioni e sensibilità diverse, l’ex consigliere regionale non ha dubbi: «Perché no? Su un progetto politico condiviso, ognuno può essere un valore aggiunto».
Alla domanda su quali siano le urgenze della città, Marsico ne individua tre — «anche se me ne verrebbero trenta»: «primo, sicurezza urbana e contrasto al degrado. Secondo, mobilità sostenibile e intelligente. Terzo, sviluppo economico e sociale, che significa migliorare concretamente la qualità della vita dei cittadini».
Sullo sfondo, resta un tema che attraversa tutte le città italiane: la disaffezione verso la politica. «Certa politica agitatrice, capace solo di denigrare, ha contribuito a questo clima – ammette Marsico –. Ma per l’elezione del sindaco mi piacerebbe vedere i seggi pieni, perché è lì che si decide il futuro più vicino alle persone».
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