Dodici anni di reclusione per aver violentato in più occasioni la moglie, per averla picchiata e umiliata verbalmente («sei un gorilla»), anche mentre la donna era in gravidanza.
Fatti gravi quelli contestati dalla Procura di Varese ad un nordafricano classe 1983, per il quale oggi – martedì 9 aprile – in tribunale il pubblico ministero ha chiesto la pesante condanna.
Non la pensa così la difesa dell’uomo, che ha chiesto l’assoluzione e ha sottolineato il comportamento processuale del 41enne: «Ha ammesso di aver maltrattato la consorte, ha chiesto scusa ed è pronto a pagare per questo. Ma non può pagare per una cosa che non ha fatto, cioè per averla violentata».
I fatti sarebbero avvenuti in Valceresio. L’accusa di violenza sessuale riguarda nello specifico tre episodi: due rapporti consumati e uno tentato; quest’ultimo interrotto, stando alla ricostruzione della persona offesa, dal pianto improvviso della figlia piccola della coppia.
«Ben sette testimoni nel processo non hanno riferito nulla rispetto alle dichiarazioni della persona offesa», ha precisato la difesa, che a sostegno della propria tesi ha aggiunto anche il contenuto dei racconti fatti dalla signora in un consultorio dell’alto Varesotto.
Racconti che avrebbero riguardato i maltrattamenti ma non gli abusi sessuali. Il verdetto dei giudici arriverà a luglio.
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