Torino deve rinunciare al sogno di ospitare la sede dell'Autorità Europea dell'antiriciclaggio. Poco prima di pranzo è infatti emerso come il Governo Meloni abbia deciso di candidare Roma per ospitare l'ente. La scelta è ricaduta sulla Capitale, tenuto conto della proposta e in base ai criteri forniti dell'Unione Europea.
Sinergia tra Comune e Regione
Nella primavera 2023 il Comune di Torino e Regione Piemonte avevano trasmesso all'esecutivo guidato dalla premier Giorgia Meloni il dossier di candidatura. Una sinergia totale tra il sindaco Stefano Lo Russo e il governatore Alberto Cirio per far sì che nel capoluogo del Piemonte potessero sorgere gli uffici dell'Amla, che avrebbero avuto come "special advisor" Gian Carlo Caselli. Le sedi proposte all'epoca erano due: la Curia Maxima, in via Corte d’Appello, e il Palazzo della Regione, in piazza Castello.
Addio a 600 posti di lavoro
Entrambe offrivano una superficie di oltre 10 mila metri quadrati per ospitare circa 400 persone, così come richiesto dai requisiti. E con la candidatura di Roma, Torino deve dire addio anche ai 600 posti di lavoro che si sarebbero venuti a creare con l'Autorità Europea Antiriciclaggio.
Il Pd attacca: "Decisione indegna"
Dopo la decisione del Governo, il centrosinistra è andato all'attacco della Giunta Cirio. “E’ l’ennesima occasione in cui si dimostra che le dinamiche interne al centrodestra convergono sull’asse Milano e Roma: Torino e il Piemonte verranno sempre sacrificate. L’abbiamo visto con le Olimpiadi. Ogni volta che c’è una competizione, Meloni e Salvini ci portano via qualcosa” è il commento di Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale.
Ancora più duro il collega Diego Sarno: “Su quella proposta si erano mosse due figure eccellenti - ha affermato riferendosi a Giancarlo Caselli e Alberto Perduca. È uno schiaffo in faccia personalità che su quel tema hanno fatto la storia del nostro paese. È indegno”.













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