Se per Forza Italia in provincia di Cuneo le elezioni amministrative di metà giugno erano da dimenticare, l’autunno non ha portato il viatico sperato.
La non rielezione in Parlamento di Marco Perosino, la mancata vittoria di Roberto Dalmazzo in Provincia, il calo di consensi alle politiche, le dimissioni (per quanto motivate da ragioni professionali) del segretario provinciale Maurizio Paoletti sono segnali di una crisi azzurra che, nella Granda, pesa soprattutto sulle spalle del presidente della Regione Alberto Cirio.
Forza Italia conta ancora tuttavia su rilevanti posizioni di potere nel Cuneese.
Oltre a Cirio a Palazzo Lascaris, c’è il cerverese Franco Graglia, che ricopre la carica vicepresidente del Consiglio regionale.
In ambito amministrativo, Alba è amministrata da un sindaco forzista, Carlo Bo. A Fossano c’è un vicesindaco azzurro, Giacomo Pellegrino.
A Saluzzo il Parco del Monviso è presieduto da Dario Miretti, anche lui forzista della prima ora.
A guidare Octavia, l’associazione dei 17 Comuni di pianura è il giovane sindaco Matteo Morena, anch’egli di Forza Italia.
Nell’Amministrazione provinciale siedono due esponenti del partito di Berlusconi, Massimo Antoniotti e Graziella Viale.
Senza contare numerosi sindaci di area in piccoli paesi e cittadine di media grandezza.
Eppure Forza Italia, col tramonto del Popolo della Libertà, è entrata in crisi nella Granda, fagocitato prima dalla Lega e ora da Fratelli d’Italia.
I numeri – rispetto alle tante analisi che si possono fare – hanno un pregio: sono sinceri.
Vediamoli nel dettaglio.
Forza Italia nel 2013 era stato il partito trainante di quello che allora si chiamava “Pdl” (Popolo della Libertà) e che in provincia di Cuneo aveva ottenuto il 19,60%.
Alle europee 2014 FI era scesa al 18,20% ; alle politiche 2018 al 13,53% e alle ultime europee (2019) ha registrato un’ulteriore emorragia che l’ha portata sotto la soglia del 10% (9,80%).
Alle recenti politiche di venti giorni fa, nel collegio Piemonte 2 U05 detto “di Cuneo”, Forza Italia ha ottenuto 17.700 voti (8,71%), dietro alla Lega che di consensi ne ha avuti 25.728 (12,66%) e a fronte di Fratelli d’Italia che, con 63.975 (31,49%) voti, l’ha surclassata con una percentuale oltre tre volte superiore.
Nel collegio Piemonte 2 U04 detto “di Asti”, che comprende i Comuni di Alba, Bra, Langhe e Roero (Asl Cn2) e i paesi della provincia di Asti, feudo per eccellenza di Cirio, Forza Italia ha ottenuto 19.079 voti (10,40%), Lega 23.770 (12,96%), Fratelli d’Italia 53.408 (29,12%).
Al Senato, nel collegio Piemonte 2 U05 detto “di Cuneo”, Forza Italia raggiunge 33.202 preferenze (8,92%); Lega 46.716 (12,55%) e Fratelli d’Italia 110.595 (29,71%).
Come si evince la percentuale di consensi non raggiunge più la doppia cifra.
Alle comunali di metà giugno, che hanno interessato in provincia le città di Cuneo, Mondovì e Savigliano, i risultati sono stati…da dimenticare.
A Cuneo, dove FI correva insieme all’Udc, appena 326 voti (1,45%); a Savigliano (sempre con l’Udc) 214 (2,53%); a Mondovì, dove era da sola, 298 (3,37%).
In nessuno di queste tre importanti centri del Cuneese Forza Italia ha oggi propri rappresentanti in Consiglio comunale.
Cifre e situazioni che suonano un campanello d’allarme per il presidente Cirio, il quale – a buon diritto – viene riconosciuto come leader indiscusso sul territorio.
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