Tra le firme dei sindaci apposte in calce alla lettera aperta per convincere Mario Draghi a restare al governo non c’è quella di Emanuele Antonelli, primo cittadino di Busto Arsizio e presidente della provincia di Varese.
«Non sono d’accordo con questo accorato appello – spiega –. Secondo me, un sindaco in questo caso non può parlare per la cittadinanza. Io posso parlare per me e basta».
Antonelli è in linea con le posizioni espresse dal suo partito, Fratelli d’Italia, a livello provinciale (leggi qui) e nazionale. La leader Giorgia Meloni ha parlato di un uso “improprio” delle istituzioni: «Anche secondo me», condivide il sindaco di Busto.
«Inutile fare appelli»
«Draghi ha sempre detto che se il gruppo che lo sosteneva non fosse rimasto unito e qualcuno avesse abbandonato, avrebbe lasciato anche lui. Adesso sta solo mantenendo la parola e ci si meraviglia di questo – osserva Antonelli –. È inutile fare appelli, spero che non sia uguale a tanti politici che dicono una cosa e ne fanno un’altra».
Per Antonelli – «e parlo a titolo personale», precisa – «è giusto che Draghi mantenga quello che ha detto, quindi che lasci. Non è che abbandona l’Italia. Rimane per l’ordinaria amministrazione, poi dopo le elezioni, se non ci sarà una maggioranza, lo dovranno richiamare e a quel punto tornerà “a modo suo”».
«Lo stimo, ma non è l’unico competente»
Il presidente della provincia precisa di non essere contro Draghi: «Lo stimo ed è stimato anche all’estero. Ma sapete perché adesso sembra che lo vogliono tutti? Perché è uno che fa bene il suo lavoro e non ne eravamo più abituati. Si sta dicendo che Draghi è un fenomeno. No, è semplicemente uno che nella sua vita ha sempre lavorato bene ed è competente. Ma non è l’unico – altrimenti che fine farà l’Italia se fosse così? – e non bisogna avere paura di cambiare. Certo, se lo paragoniamo a tanti altri politici allora sì che è un fenomeno e per questo gli italiani sono preoccupati. Ma è semplicemente uno che sa fare bene il suo lavoro».
«Non si perda tempo»
Nella lettera firmata da oltre mille colleghi – una cinquantina anche in provincia di Varese (leggi qui) – emergono i timori per quanto sta accadendo. Il sindaco di Busto non è preoccupato? «Fino alle elezioni immagino che si proseguirà con l’ordinaria amministrazione – precisa –. Quello che mi preoccupa è che, dopo che sarà caduta la maggioranza, si possa perdere troppo tempo. Però credo che, visto il momento, ci penseranno bene prima di perdere tempo».
«D’altra parte – prosegue – peggio di così, tra la guerra e le altre emergenze… E poi in questa legislatura sono cambiati troppi colori di governo. E non si può imparare a fare il proprio mestiere sulla nostra pelle. Troppo comodo: chi sta al governo deve essere già preparato, non imparare dopo tre o quattro anni. E nel frattempo?».
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