Durante il toto assessori, il suo nome non veniva nemmeno “quotato” dalla claque di giornalisti e gole profonde che si aggirava famelica di informazioni a ridosso delle stanze di Palazzo Estense. Un po’ come se il Real Madrid giocasse in casa contro il Catanzaro: 1 fisso, nemmeno la pena di scommettere…
Stessa cosa per il Buzzetti bis: «Rimane sicuramente, troppo importante la sua partita per Galimberti» sussurravano i ben informati. Avevano ragione.
Nella squadra del sindaco avvocato fa il lavoro più tecnico e meno interessante che ci sia agli occhi esterni («alcuni miei clienti manco sapevano fossi assessore…»). Peccato che sia anche il più decisivo: fa quadrare i conti.
«Presidio il bilancio come un fortino» racconta sorridente e ironica lei, commercialista, due figlie (Beatrice e Arianna) e un marito a sostenerla convintamente. In giunta la immaginiamo come un perno, tirato da destra e da manca da forze uguali e contrarie, alla perenne ricerca di un equilibrio. Tra variazioni, tagli, ammanchi e soprattutto richieste. Cristina Buzzetti conferma la ricostruzione, normalizzandola: «Abbiamo rapporti equilibrati e le richieste non sono mai prevaricatrici o arroganti, ma a volte sono martellanti. È una bella battaglia, ma si va sempre avanti cercando una sintesi».
A lei, assessore Buzzetti, spetta quindi l’ultima parola?
L’ultima parola spetta al sindaco, in verità, anche perché è lui a fare mediazione politica quando serve. Ma il bilancio comunale, anche se non interessa a molti, è centrale in ogni situazione: senza soldi non si fa nulla, le idee non bastano.
E allora come sta il bilancio di Palazzo Estense?
È un bilancio sicuramente equilibrato, che ci permette di lavorare con le nostre risorse, senza andare in anticipo di tesoreria. È come se un’azienda non chiedesse mai un fido… Un Comune per regola può andare a debito solo per fare opere: nel nostro caso, invece, o abbiamo utilizzato i bandi o le risorse correnti, di cui l’80% arriva dalla fiscalità. Per due opere in particolare abbiamo utilizzato la cassa: il Palaghiaccio e il campo di Calcinate degli Orrigoni. Niente mutui, ci avrebbero ingessato.
Anche perché è stato reso noto un buco di 7,8 milioni ereditato nel 2016…
Anche qui: interessa a pochi. Se aumentiamo la Tari di 3 euro all’anno veniamo subissati di lamentele su Facebook, se invece ricordiamo che da anni ci portiamo dietro una perdita come se fosse uno zaino, nessuno dice niente. Eppure è un fatto, che ci impedisce di godere appieno dei risultati della nostra amministrazione.
Recentemente ha dichiarato che il recupero di tali perdite è andato avanti “a tappe forzate”: 5 milioni in 5 anni, con la possibilità di raggiungere il pareggio già nel 2023…
Per un po’ abbiamo deciso di non immolarci, ma di fare le formichine. Poi sono intervenuti due fattori. Il primo è stata la possibilità di liberare gli avanzi di gestione e di usarli subito, grazie alla battaglia che il sindaco di Milano Sala ha fatto presso il Governo: ora la norma contabile è cambiata, la cosa ci ha ingolosito e abbiamo deciso fosse quindi opportuno cercare un recupero più rapido. Reso possibile, e questo è stato il secondo fattore, dal fatto che nel 2021 abbiamo chiuso tante piccole opere, piccoli cantieri che hanno creato economie, finite a chiusura del disavanzo. Siamo così riusciti a dare un altro bel colpo al “buco”, come lo chiama il sindaco…
Un Comune “col buco” cosa comporta?
È una situazione che comporta diversi limiti, per esempio nell’assunzione di dipendenti o nelle consulenze esterne. E poi è come se fossi un osservato speciale: dopo il disavanzo c’è il dissesto… Varese è l’unico capoluogo di provincia della Lombardia in disavanzo.
Qual è la voce di bilancio che la preoccupa di più?
Quella che riguarda le manutenzioni: non riusciamo a dare risposte a tutti. Si fa fatica a stare dietro con le somme a ogni esigenza: metti a posto il marciapiede in una zona e subito si apre una voragine in un’altra. E questo provoca anche un disallineamento tra quello che facciamo e quello che viene percepito dai cittadini.
La “spesa” che l’ha resa più orgogliosa?
Essere riuscita a dare la copertura a Ivana Perusin per le luci natalizie ai Giardini Estensi. È stato un bello sforzo, ma il risultato ottenuto è andato oltre ogni aspettativa, più che giustificando la spesa. Mi ha reso orgogliosa.
La vera svolta delle amministrazioni Galimberti è stato l’utilizzo dei bandi?
Sì, senza dubbio: se non avessimo sfruttato le possibilità da essi concesse, saremmo rimasti immobili. Hanno fatto la differenza sulle opere pubbliche. Un Comune in disavanzo come il nostro era inchiodato al suolo: avesse contratto mutui, sarebbe stato costretto a togliere servizi ai cittadini per pagare le rate. Invece non è successo. Il merito maggiore va allo stesso sindaco: c’è un ufficio di fundraising che ogni settimana ci aggiorna sulle novità, ma sul tema Galimberti è un propulsore incredibile.
Il Galimberti bis ha anche le risorse PNRR da sfruttare…
Anch’essi intercettabili solo tramite bando: contributi diretti PNRR esistono solo sul sociale, per progetti di recupero. Per il momento, sui 100 milioni di opere che abbiamo messo nel bilancio di previsione 2022-2025 presentato a marzo, 40 sono coperti dal PNRR. Alcune di queste opere sono già state finanziate: penso per esempio all’ex Macello Civico, a Villa Baragiola e al rifacimento del parterre dei Giardini Estensi.
Cosa le sta lasciando l’esperienza nell’amministrazione cittadina?
Tre cose importanti. Una scuola tecnica pazzesca, perché i meccanismi di un bilancio comunale sono molto particolari. Poi la possibilità di relazionarmi con un mondo molto lontano da quello di una libera professionista: da dentro capisci che la macchina pubblica funziona in un certo modo e a volte devi rassegnarti a determinate dinamiche e tempi. La terza sono i rapporti umani, soprattutto con le colleghe donne, Francesca Strazzi compresa.
Quali sono le migliori qualità delle quattro assessore donne?
Nicoletta (San Martino, assessore ad Ambiente e Sostenibilità ndr) è quella che conosco meno: ha in mano una partita molto delicata, ma con la giusta esperienza riuscirà a portarla avanti. Rossella (Dimaggio ndr) è una combattente, ha dei principi sui quali non molla mai e questa cosa mi piace molto. Ivana, infine, è ciò che ci si aspetta da un’amministratrice di una città piccola: è molto vicina alle persone. Le scrivono una mail e lei risponde. La chiamano da un bar perché hanno bisogno? Lei ci va.
Manca la sua qualità?
Io sono la custode del sindaco.
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