"Chi non investe nei suoi giovani, non ha futuro". E' la scritta comparsa proprio in questi minuti, appena l'oscurità ha permesso la proiezione, sulla facciata di Palazzo Chigi, uno dei centri di potere in cui da ieri si stanno consumando vertici e riunioni per cercare una soluzione alla crisi del Governo Conte-bis.
Un'iniziativa che lancia un messaggio preciso, ma soprattutto che "parte" da Torino. A metterla in atto, infatti, è stata "Uno non basta", il movimento apartitico nato all'ombra della Mole dalle associazioni no profit Visionary Days e Officine Italia-. Un’iniziativa senza precedenti, per chiedere al presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo stanziamento di 20 miliardi dal Recovery Fund per i giovani e le politiche del lavoro. Proprio in un momento così difficile per l'esecutivo.
"Abbiamo fiducia nel nostro Paese, ma finanziare in maniera trasversale non risolve i problemi - spiega Carmelo Traina, presidente di Visionary Days - per questo diciamo che solo l’1% dei fondi disponibili non basta, il governo deve investire sui giovani e chiarire le proprie intenzioni".
Ora, dopo la ribalta nazionale di questo messaggio, la campagna prosegue online con il supporto di altre organizzazioni giovanili: sono stati diffusi un documento ufficiale e una petizione online, che nel corso di tre settimane ha già raggiunto più di 85.000 firme. I promotori chiedono di facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro di 800mila giovani mediante rinnovamento di Garanzia Giovani e l’istituzione di un sistema centralizzato ma localmente gestito di placement office, inserire 300mila giovani in percorsi di formazione qualificanti su trasformazione digitale e transizione energetico-ambientale, con un portale digitale su formazione sui lavori del futuro e sostenere 350mila giovani (e meno giovani) in percorsi di reinserimento lavorativo tramite apprendistati duali sistematizzati e programmatici e percorsi di istruzione e formazione.
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