Il Nazionale

Cronaca | 04 giugno 2025, 17:35

Marassi, centomila euro di danni al carcere dopo la rivolta dei detenuti

Distrutti due piani della seconda sezione del penitenziario genovese che ha visto coinvolti circa duecento carcerati. Alla base un tentativo di violenza sessuale

Marassi, centomila euro di danni al carcere dopo la rivolta dei detenuti

È rientrata la rivolta iniziata nel pomeriggio all'interno del carcere di Marassi. Sono rimasti feriti negli scontri due agenti, in modo lieve. A prendere parte alla rivolta circa duecento carcerati. 

Sono stati distrutti due piani per oltre 100mila euro di danni - spiega Aldo Di Giacomo, referente del sindacato Polizia Penitenziaria- . Durante la rivolta alcuni detenuti sono saliti sul tetto del penitenziario. "La rivolta di Marassi Genova potrebbe segnare la ripresa delle rivolte nelle carceri - dichiara Di Giacomo -. Da tempo cogliamo i segnali di una situazione sempre più allarmante che denunciamo. Se la scintilla è il presunto stupro di un detenuto non ci sorprende. I casi di violenza sessuale negli istituti sono numerosi e non vengono denunciati perché in gran parte subiti da detenuti più deboli che hanno paura e si vergognano di denunciare. È sempre il sovraffollamento la causa principale delle tensioni mentre non saranno certo le stanze dell'amore a risolvere il problema dell'affettività e del sesso".

“Non ci sono state evasioni né atti ostili contro il personale di Polizia Penitenziaria ma un violento regolamento di conti tra detenuti dopo che ieri un giovane ristretto era stato al centro di violenze da parte di altri detenuti - spiega Francesco Migliorelli, vicesegretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria -.  I detenuti avrebbero devastato anche parte dei locali di una Sezione, ma la preziosa e fondamentale opera di mediazione e negoziazione del personale di Polizia Penitenziaria, che ha riportato alla regione i detenuti più violenti, ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente e che entrassero in azione gli uomini del Corpo in reparto antisommossa. Mi sembra evidente che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Marassi tutelando gli Agenti ed il personale tutto che vi presta servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal SAPPE sui costanti e continui focolai di tensione nelle carceri liguri, prevedendo anche la riapertura a Genova del Provveditorato regionale, visto che oggi dipendiamo da Torino e questo grave fatto testimonia ancora una volta come deve essere a Genova il centro regionale dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Liguria sono ad alta tensione” e rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, di Marassi in particolare. Ma anche la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. Capece evidenzia il ruolo centrale dei Baschi Azzurri nel sistema sicurezza del Paese: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori del carcere”, anche in relazione all’ampio settore dell’area penale. “Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude Capece: ““servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.

 

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C.O.

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