"Tra mio padre e mia madre c'erano momenti di quiete, ma anche momenti burrascosi. Litigavano spesso. L'ultima volta la vidi giovedì sera, lei è morta venerdì. Quella mattina non mi ha riposto nessuno. Ho rivisto mio padre dopo un mese".
È iniziata con questa drammatica testimonianza la deposizione del figlio di Ernesto Bellino, il 75enne accusato avere strangolato e ucciso la moglie Maria Orlando, 79 anni, malata di Alzheimer.
Il fatto nel giugno 2024, nella casa di Beinette dove la coppia di coniugi viveva.
L'accusa a carico dell'anziano, agli arresti domiciliari, è di omicidio aggravato dalla legge del Codice Rosso. Essendo il delitto stato commesso contro la coniuge, Bellino rischia l'ergastolo. A giudicarlo la Corte d'Assise presieduta dalla giudice Elisabetta Meinardi. A latere il collega Marco Toscano e i sei giudici popolari.
Interrogato dal pubblico ministero Francesco Lucadello, il figlio dell’uomo, costituito parte civile contro il padre, ha risposto alle domande ripercorrendo di fronte ai giudici una serie di fatti utili a ricostruire il quadro familiare all’interno del quale si è consumata la tragedia. L'infanzia, i ricordi e poi la malattia della madre.
Nel corso della mattinata, verranno ascoltate la badante, con la quale la signora, come ricordato dal figlio, aveva un ottimo rapporto, e altri tre testimoni.













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