Avrebbe dovuto essere una riunione dirimente, almeno così si vociferava negli ambienti politici provinciali. Poi le tensioni in corso tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, hanno consigliato di riaggiornare l’incontro.
Il “caso Mondovì” resta uno dei più interessanti della prossima, imminente tornata amministrativa in provincia di Cuneo.
Luca Robaldo, assessore uscente e capo di gabinetto del presidente della Regione, se ne sta infrattato evitando di esporsi anzitempo lasciando che a lavorare siano i suoi mentori, Enrico Costa e Alberto Cirio.
Il primo alla luce del sole, il secondo in maniera meno evidente, ma Cirio non può certo scaricare dall’oggi al domani chi, in virtù del ruolo che ricopre, è uomo di sua strettissima fiducia.
Chi si mostra ancora titubante è il suo possibile sfidante, Luciano Mondino, l’uomo che Paolo Bongioanni vorrebbe mandare in prima linea contro Robaldo.
Mondino è un amministratore di lungo corso, con trascorsi democristiani: è stato sindaco per un breve periodo, assessore e consigliere comunale. Mondino sa bene quanto la strada del municipio sia lastricata, insieme alle buone intenzioni, di tante insidie.
Interpellato sul perché del rinvio dell’incontro si limita ad un laconico commento: “Non so nulla della riunione. Per ora non c’è nulla di deciso”.
Bongioanni, invece, suo principale sponsor, spiega che i rapporti nel centrodestra si vanno ora lentamente rasserenando per cui, entro un paio di settimane, verrà annunciato il nome del candidato sindaco.
Ma sarà davvero Mondino lo sfidante di Robaldo?
Si sussurra che se Mondino, per le ragioni più disparate, dovesse dare forfait, a subentrargli come candidato sindaco potrebbe essere un suo collega geometra, Gianpiero Caramello, coordinatore di Forza Italia.
Un espediente per scongiurare il rischio di uno smarcamento civico dei forzisti.
Quel che appare evidente – su Mondovì in maniera ancor più plastica che altrove – è che i veri primattori restano Costa e Cirio da una parte e Bongioanni dall’altra.
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