"Chiedo scusa ai torinesi che verranno toccati dall'aumento delle imposte, parliamo del 28% dei contribuenti". Indossa armatura, scudo e si mette a spiegare e difendere l'aumento dell'aliquota Irpef il sindaco Stefano Lo Russo, che in Consiglio comunale ha ribadito cosa ha spinto la Giunta ad aumentare l'aliquota Irpef. Una manovra indispensabile per far sì che la Città di Torino possa accedere al fondo statale per i Comuni in difficoltà.
Lo Russo: "La Città non vedeva un contributo simile da decenni"
Un aumento che sarà più basso di quanto previsto inizialmente per le fasce di reddito fra i 28mila e i 50mila euro, come spiegato dal primo cittadino: "447.702 torinesi non verranno toccati da questa misura, che andrà a toccare i redditi sopra i 100.000 euro. Questi contribuenti vedranno annullato il loro beneficio fiscale: parliamo 12.611 torinesi, il 2%".
Il sindaco, che ha ringraziato il Governo Draghi per aver colto lo stato emergenziale dei conti di Palazzo Civico, ha quindi difeso la sua manovra: "Il sacrificio richiesto ai torinesi può essere sostenibile. Diamo un futuro a questa città: questo è un grande provvedimento, con un'operazione che questo territorio non vedeva da decenni. Un contributo a fondo perduto, per far ripartire Torino". Il contributo spettante grazie all'aumento dell'Irpef, servirà infatti a non tagliare servizi, a chiudere il bilancio in pareggio e a non ridurre la spesa per l'acquisto di beni e servizi, o a eliminare il salario accessorio.
"Non è un delitto essere benestanti, mi dispiace e chiedo scusa a chi verrà toccato dall'aumento", ha concluso il sindaco, ribandendo come la misura straordinari cuberà 100 milioni di euro.
Nardelli: "Per redditi tra 28mila e 50mila euro aliquota scende allo 0.10%"
Durante la discussione l’assessore al bilancio Gabriella Nardelli ha spiegato che, per i redditi fra 28mila e 50mila euro, verrà ridotta l’aliquota dallo “0.15 allo 0.10”. Resta invariata invece la percentuale per i redditi superiori ai 50mila euro, che si attesta allo 0.25%. "Complessivamente la cifra destinata a Torino in 20 anni è di circa un miliardo: per il primo quinquennio c'è possibilità di coprire il 25% nei 5 anni, e non anno per anno. Va predisposto un cronoprogramma e se non verrà rispettato l'erogazione sarà bloccata", ha concluso. Soddisfatto l'assessore Maurizio Marrone, che negli scorsi giorni aveva "minacciato" di tagliare i fondi regionali: "Contro la sinistra delle tasse il pressing della Regione ha dato i suoi primi risultati. Non daremo tregua alla giunta comunale fino a quando non farà marcia indietro sulla maxi stangata fiscale che ha messo in piedi per colpire il ceto medio".
Ricca (Lega): "Siete il partito delle tasse"
La minoranza compatta ha attaccato la manovra della giunta. “A partire dal sindaco Fassino – ha detto il consigliere della Lega Fabrizio Ricca – siete il partito delle tasse. Questo aumento è assurdo, soprattutto in un momento in cui le famiglie dovranno affrontare contemporaneamente il rincaro dell’energia, combinato con una generale situazione di crisi economica”. "La sinistra ama talmente tanto i poveri che continua a crearne", ha concluso l’esponente del Carroccio. “Prima di imporre nuove tasse ai torinesi – gli ha fatto eco il consigliere di FdI Enzo Liardo - il sindaco dovrebbe dire chiaramente che non usufruirà della facoltà concessa ai Comuni di aumentare gli stipendi dei primi cittadini e amministratori per tutto il mandato".
Russi (M5S): "Oltre diecimila torinesi pagheranno le spese in più del sindaco"
Il capogruppo del M5S Andrea Russi ha fatto invece i conti in tasca a Lo Russo, denunciando come per il 2022 l' amministrazione cittadina spenda "300mila euro per il Direttore Generale e 120mila per una Dirigente del suo Gabinetto. Quanti torinesi servono per pagare queste spese in più? Ben 10.666. La nostra giunta aveva invertito la rotta, restituendo equilibrio ai conti”. Il consigliere di Forza Italia Domenico Garcea ha accusato Lo Russo di "fare la guerra ai cittadini, già in enorme difficoltà". "Nel frattempo – ha aggiunto l'esponente azzurro – le periferie sono sempre più insicure, le strade e i marciapiedi sempre più sporchi, gli esercizi commerciali chiudono a ritmo incessante e il tessuto produttivo, vero motore di sviluppo economico, è in inesorabile declino e lasciato solo". Torino Bellissima, chiarendo di essere vigili "su come l’amministrazione intende impiegare le entrate che arriveranno da questo prelievo fiscale", sottolinea la mancanza di "una visione progettuale di rilancio economico che faccia crescere il Pil della città".
Fissolo: "Fiducia nel sindaco e nella Giunta"
L'aumento dell'Irpef, ha commentato il capogruppo dei Moderati Simone Fissolo, "è sicuramente stata vagliato con attenzione e precisione, anche a fronte di una riduzione generale della pressione fiscale nazionale, ma ai cittadini devono essere chiare le motivazioni che la sostengono".
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