Nel momento in cui si tirano le somme dopo la tornata amministrativa del 3 e 4 ottobre, a Cuneo il sindaco Federico Borgna viene tirato per la giacca affinchè faccia “testamento” e indichi chi dovrà essere il suo successore nell’ambito della “sua” maggioranza.
Nel Pd c’è fermento, in attesa dei congressi cittadino e provinciale, così come nel “Centro per Cuneo” c’è irrequietezza data l’eterogenea composizione della formazione civica, pencolante tra centrosinistra e centrodestra.
Le altre due gambe della maggioranza, “Crescere Insieme” e “Cuneo Democratica e Solidale”, per il momento non danno segni di inquietudine, ma ciò non significa che non stiano anch’esse tessendo la loro tela.
Abbiamo interpellato il sindaco per capire direttamente da lui qual è in questo momento la situazione e quali siano le prospettive della maggioranza, mentre il centrodestra annuncia di voler estrarre al più presto dal cilindro il proprio candidato sindaco e i “battitori liberi” già sono in piena campagna elettorale.
Sindaco, tutti aspettano da lei indicazioni sulla successione, ma lei tarda ad esprimere le sue volontà testamentarie…
“Capisco la curiosità. É legittima. Noi, però, a diversità di altri, per convincere i cittadini non abbiamo bisogno di farli sognare. Ci presenteremo a breve al loro giudizio per quello che abbiamo fatto e non per quello che promettiamo.
Dico di più: lasciamo ai nostri successori un’eredità di 26 milioni di euro. Quindi, anche se tardo a fare testamento nessuno potrà accusarmi di essere stato un vecchio zio tirchio”.
Meglio un sindaco del Pd o del Centro per Cuneo?
“La narrazione giornalistica si discosta un po’ dalla realtà. Le dico in tutta franchezza che non vedo né ressa né rissa per aggiudicarsi la primogenitura.
I miei assessori sono persone sagge e hanno capito che il ruolo di sindaco è sì gratificante, ma comporta responsabilità che, oggi più di ieri, fanno tremare le vene ai polsi”.
Quindi?
“Nessuno accoltella alcuno per fare il sindaco. Siamo partiti – credo saggiamente – col fare il punto su ciò che abbiamo realizzato, su ciò che cercheremo di portare a compimento in quest’ultimo scorcio di consiliatura prima delle elezioni e su ciò che, pur se già abbozzato, verrà inserito nel prossimo programma amministrativo”.
Qualcuno insinua che l’imminente congresso del Pd possa portare ad uno stravolgimento di alleanze…
“Non tocca a me fare i conti in casa d’altri. Se, però, mi si chiede un giudizio dico che credo non succederà. Significherebbe rinnegare tutto ciò che è stato fatto in quest’ultimo quinquennio.
Cinque anni che, a diversità del mio primo mandato quando le tensioni erano quasi continue, sono stati caratterizzati dalla condivisione e da una sostanziale armonia”.
Per contro, si mormora che il “Centro per Cuneo” sia tentato dal centrodestra…
“Anche in questo caso non sono convinto che sarà così. Vale il discorso di prima. Vorrebbe dire rimangiarsi opere e scelte a cui i centristi civici hanno concorso in modo determinante.
Francamente, non me li vedo aderire ad una coalizione di destra-centro che avrà ben poco di “liberal” e sarà a forte trazione sovranista”.
Sono interessanti le sue considerazioni, ma io da lei volevo sapere su chi metterà il cappello tra Patrizia Manassero e Luca Serale, tanto per fare un esempio…
“A tempo debito non mi sottrarrò alla responsabilità di dare indicazioni, richiesta che mi è stata fatta da tutte le forze politiche di maggioranza, anche se la soluzione potrebbe essere trovata prima e il mio parere dunque non essere così indispensabile.
L’esempio che lei fa è realistico, pur se riduttivo.
Ci sono alcuni nomi su cui si sta riflettendo, ma questo sarà l’ultimo passaggio. Tutti sono dell’avviso che vanno valutati attentamente tre elementi: disponibilità personale, competenza e capacità di consenso”.
È sicuro che non si determinerà una rottura tra i due principali azionisti della sua maggioranza?
“L’aggettivo “sicuro”, in questa stagione politica, è stato bandito dal vocabolario ed io non sono un veggente. Faccio però una considerazione: chi avrebbe interesse ad assumersi l’onere di una rottura quando le grandi scelte sono sempre state ponderate e, ripeto, condivise?”.
Dunque, al momento, nessuna guerra di successione in atto?
“Se ci fossero stati scazzottamenti immagino che non le sarebbero sfuggiti. Ribadisco e confermo: c’è una rosa di nomi interna all’amministrazione e anche qualche ipotesi esterna su cui si sta ragionando ma senza coltello tra i denti. Fino a questo momento non ho percepito litigiosità di sorta”.
E se dovessero sorgere, lei con chi si schiererà?
“Vedo che lei è un amante del periodico ipotetico, ma sto alla provocazione e le rispondo dicendo che non starò dalla parte di chi questa eventuale rottura dovesse causarla”.
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