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Politica | 20 giugno 2025, 13:32

Occupazione per detenuti, col lavoro si abbatte la recidiva. Ma in Piemonte in pochi usufruiscono degli sgravi

Presentati in Regione i benefici della Legge Smuraglia alla presenza del sottosegretario Delmastro: "Lavoro strumento migliore per riconsegnare cittadini migliori. A patto che non sia solo retorica"

Occupazione per detenuti, col lavoro si abbatte la recidiva. Ma in Piemonte in pochi usufruiscono degli sgravi

Chi ha accesso a un’attività lavorativa dietro le sbarre ha un tasso di recidiva di appena il 2%, contro il 68,7% di chi sconta la pena senza lavorare. In Italia oltre 20.000 detenuti sono impegnati in attività lavorative, e 2.190 di loro sono assunti con i benefici previsti dalla Legge Smuraglia. 

Il lavoro penitenziario va oltre le cifre: migliora il clima interno degli istituti, riduce tensioni e conflitti, favorisce la disciplina e contribuisce alla sicurezza di chi lavora ogni giorno nelle carceri. Un detenuto che lavora si sente parte attiva di un percorso, si responsabilizza e vive in modo più equilibrato la propria detenzione. Risultato: meno aggressioni, meno problemi e più serenità per tutti.

Un quadro di rieducazione carceraria che in quest'area di Italia non viene, ancora, particolarmente utilizzata. In poche realtà economiche conoscono i benefici fiscali che si possono ottenere facendo lavorare un detenutl che allo Stato costa 137 euro al giorno. Se ne contano 53 tra Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, mentre ci sono realtà territoriali, anche meno sviluppate come tessuto imprenditoriale, che hanno avviato progetti di occupazione infracarcerari ed extracarcerari. 

"Probabilmente è dovuto a un problema di comunicazione da parte del Dap - ha spiegato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro presente oggi al grattacielo della Regione per presentare le novità introdotto e i benefici della legge del 2000 che sulle realtà piemonteso ancora stenta a decollare. 

"La recidivanza abbattuta - ha ancora aggiunto Delmastro - dimostra che questo sia lo strumento più efficace per consegnare cittadini migliori. A patto che non sia retorico, ma che si sviluppi con imprese che ti danno i tempi di produzione, il sacrificio e la perseveranza e che non sia solo una vetrina". 

La Legge Smuraglia incentiva l’assunzione di detenuti con crediti d’imposta fino a 520 euro al mese e contributi ridotti. Nel 2024, 537 aziende hanno beneficiato di 10,6 milioni di euro in agevolazioni, con un forte coinvolgimento delle cooperative sociali. Ora la sfida è estendere il modello anche alle imprese private.

In Piemonte nel 2024, circa 890 detenuti – adulti e minori – hanno preso parte a corsi di formazione professionale in carcere, con 879 esiti positivi. I percorsi, che spaziano da cucina a falegnameria, sono sostenuti da un investimento annuo di 2,9 milioni di euro (2,5 milioni per adulti, 320.000 per minori) e includono stage, riconoscimento delle competenze e indennità di frequenza.

C'è poi lo Sportello Lavoro Carcere, pensato per detenuti con fine pena entro cinque anni, e che mira a migliorare le opportunità occupazionali coinvolgendo diversi enti e finanziato con 3 milioni di euro del FSE+. Ha già assistito 1.863 persone, attivando 303 tirocini e oltre 500 inserimenti lavorativi. A questo si affiancano i Cantieri di lavoro: per il biennio 2025–2026 sono stati presentati 20 progetti con 56 richieste d’inserimento.

La Regione Piemonte, poi, partecipa al progetto “Una giustizia più inclusiva” del Ministero della Giustizia, insieme al PRAP, per creare un Centro per l’Impiego all’interno di alcuni istituti penitenziari. Grazie a fondi FESR, si rigenerano spazi per la formazione e si potenziano i servizi per l’inserimento lavorativo, rafforzando il legame tra carcere e territorio coinvolgendo anche le imprese. Inizialmente il progetto coinvolge le carceri di Alessandria, Vercelli, Asti e Biella, con un budget regionale di oltre 3 milioni di euro per eventuali estensioni.

“Oggi presentiamo una visione concreta e coerente – ha commentato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore alla Formazione Professionale della Regione Piemonte –. La pena che educa è una pena che serve alla società. La Regione Piemonte, in sinergia con il Governo e con il Ministero della Giustizia - continuerà a investire nella dignità, nella formazione, nel lavoro. Perché un carcere che lavora è un carcere che educa. E una società che educa è una società che cresce e garantisce sicurezza ai cittadini e agli uomini e donne in divisa che ogni giorno prestano servizio negli istituti”.

Durante la presentazione dei benefici è stato siglato un protocollo di collaborazione con Confindustria, alla presenza di Barbara Graffino, presidente del Gruppo Giovani di Confindustria.

Daniele Caponnetto

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