Due anni fa, quando si svolsero le elezioni di secondo grado per il Consiglio provinciale di Cuneo, Pd, centrosinistra civico e Forza Italia (più o meno civica) siglarono un’intesa che sfociò in un listone unico e ebbe come conseguenza la salomonica spartizione dei 12 consiglieri.
Guido Crosetto, numero due di Fratelli d’Italia, bollò quell'accordo come un “Patto del Nazareno in salsa cuneese”.
Questa volta – a giudicare dai primi sommovimenti - si prospetta addirittura un “inciucione” visto che anche Fratelli d’Italia potrebbe rientrare nella partita.
Prima dell’emergenza alluvionale, Alberto Cirio (Forza Italia) e Federico Borgna (centrosinistra civico), rispettivamente presidente della Regione e della Provincia, si sono incontrati per valutare le prospettive politiche della Provincia.
Non tanto in un’ottica istituzionale quanto di spartingaia.
Il quadro politico-amministrativo è cambiato rispetto all’ottobre 2018, perché nel frattempo il centrosinistra ha perso due importanti baluardi: Alba e Fossano.
Cirio, forte di quest’argomentazione, ha manifestato a Borgna la disponibilità alla riproposizione di un listone unitario, ma ha chiesto per il centrodestra 7 posti su 12, lasciando cinque soli seggi nella disponibilità del centrosinistra.
Domenica 13 dicembre i consiglieri comunali dei quasi 250 Comuni del Cuneese saranno chiamati alle urne per rinnovare il Consiglio provinciale, ma non il presidente, che resterà in carica fino alla conclusione del suo mandato amministrativo a Cuneo (tarda primavera 2022).
Le liste dovranno essere presentate entro il 22 novembre, manca quindi poco più di un mese.
Presumiamo che Borgna si sia preso qualche giorno per parlarne col suo vice, Flavio Manavella, segretario provinciale del Pd.
Per quanto concerne il centrodestra, Forza Italia guarda ovviamente con favore all’ipotesi prospettata da Cirio, mentre in Fratelli d’Italia i giudizi sono contrastanti. Alcuni, soprattutto gli ultimi arrivati, premono per entrare, mentre altri temono che la partecipazione al listone possa essere sconfessata dai vertici nazionali.
La questione è stata oggetto di una riunione di direzione provinciale la scorsa settimana, nella quale sono emerse in tutta evidenza le due posizioni.
La Lega, come già due anni fa, o si chiama nuovamente fuori dalla competizione o se deciderà di partecipare lo farà autonomamente.
La neonata formazione di Enrico Costa, Azione, sarà invece in campo con una propria lista a sostegno di Borgna.
Come si evince il “test Provincia” che in passato non ha mai suscitato grande pathos, in questa circostanza – date le premesse - un minimo di interesse in più potrebbe suscitarlo.
Commenti