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Politica | 12 ottobre 2020, 12:08

Il turismo si lecca le ferite, a rischio oltre 2500 imprese a Torino e 5000 posti di lavoro

Si stima che il 2020 porterà un crollo dei consumi in Piemonte da 8 miliardi. Coppa (Ascom): "Si è capito quanto pesa il settore nell'economia generale". Poggio: "Valutiamo di rinnovare il voucher per la stagione invernale"

Il turismo si lecca le ferite, a rischio oltre 2500 imprese a Torino e 5000 posti di lavoro

Frontiere sbarrate, poca voglia di uscire e porte (di camere d'albergo) chiuse a chiave: il lockdown della primavera 2020 ha colpito duro il turismo e quello torinese e piemontese non hanno fatto eccezione. Tanti i "buchi": sia turisti stranieri che italiani. Ma anche poche certezze per il futuro. 

"In questo disastro totale che ha coinvolto il turismo, c'è un dato importante - dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia - si è capita la vera importanza del settore all'interno dell'economia locale. Un vuoto che ha colpito la cultura, ma anche i servizi, i trasporti e tutto ciò che ruota intorno. Non è soltanto 'andare in vacanza', ma è un motore vero".

"Però - aggiunge - l'incertezza è totale e ci stiamo approcciando dopo un'estate con qualche segnale, ma in cui ci sono realtà come discoteche e congressuale che non hanno mai riaperto. La voglia di viaggiare è comunque tanta, ma mancano sicurezze su quello che capiterà".

I dati non sono incoraggianti. A rischio 5000 imprese di pubblici esercizi in Piemonte e un'occupazione che rischia di bruciare 10-15mila posti di lavoro. A Torino il peso è di circa la metà: oltre 2500 pubblici esercizi e oltre 5000 lavoratori in bilico. Sul fatturato, il calo complessivo dei consumi potrebbe essere di 8 miliardi sul 2019 (-9%).

Sempre a livello piemontese sono circa mille le strutture alberghiere che rischiano di non riaprire dal 1 gennaio 2021. Si parla attualmente di un'occupazione delle camere non oltre il 35%. "Non ci discostiamo tanto dagli ultimi aggiornamenti - spiega Fabio Borio, presidente Federalberghi Torino - tra Smart working e timori diffusi. Avevamo cominciano a ricevere non prenotazioni, ma domande e richieste e ora si sta fermando tutto di nuovo".

"Attualmente hanno riaperto tutti o quasi - prosegue Borio - ma il problema è la visione. Abbiamo atteso l'estate e poi settembre. Ora la prospettiva è fine anno. Si stanno allungando tanto i tempi. La paura grossa è sulla tenuta vera e propria delle aziende".

"Sul nuovo dpcm vedremo cosa c'è, ma in tanti hanno già tirato i remi in barca per mettersi in sicurezza. L'estate sulle città intanto non è andata bene, nonostante il bonus vacanze e i voucher che hanno cercato di dare una spinta. Ma sull'altro fronte ci sono necessità di consapevolezza e prudenza. Speriamo che il bonus Piemonte venga rinnovato".

Quel che preoccupa di più gli esercenti, sono le voci di chiusura anticipata o altre limitazioni che potrebbero arrivare da Roma. "Sulle chiusure anticipate, non capisco perché si debbano prendere di mira sempre gli stessi esercizi - aggiunge Coppa - Ci deve essere rigore ed è giusto che i vigili girino e controllino, ma non possono passare per untori solo ristoranti e locali pubblici. Ci sono anche altri posti come centro commerciali e outlet da tenere sotto controllo".

"Serve una politica per il lavoro e alleggerimento delle imprese, perché altrimenti con il reddito di cittadinanza e i sussidi non si va da nessuna parte - conclude - Siamo preoccupati dalla fine della cassa integrazione, programmata per un virus che poteva finire, ma come vediamo non sta finendo".

"Il voucher è stata una misura che ha davvero aiutato gli albergatori, in qualche modo - dice Vittoria Poggio, assessore regionale al Turismo e al commercio - per valorizzare il territorio e la visione di prospettiva per un turismo lento e in salute. Vediamo se potremo fare qualcosa anche per la stagione invernale, sia per le valli che per le città d'arte. Ma la situazione va monitorata continuamente sul fronte contagi".

"Spero non ci siano lockdown totali, sarebbe la morte dell'economia", ha concluso l'assessore regionale.

Massimiliano Sciullo

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