A Cenova gli operai fanno avanti e indietro con i piccoli mezzi per caricare e poi scaricare i cumuli di terra e detriti. Tra le case devastate dall’alluvione- che nel fine settimana scorso ha travolto l’intero ponente ligure procurando seri danni al ventimigliese e all’alta valle Arroscia, ci sono le ruspe dei vigili del fuoco del comando provinciale di Imperia e gli operai della ditta incaricata dal comune di Rezzo a mettere in sicurezza tutta la zona dove il fango ha di fatto diviso in due il comune.
Siamo tornati nel piccolo borgo per documentare come stanno procedendo le operazioni di ritorno alla normalità. Anche se adesso la parola normalità sembra davvero lontana. Per le due case, squarciate dalla forza dell’acqua e dalla violenza della colata di fango, non c’è stato nulla da fare. Erano irrecuperabili e anche troppo pericoloso tenerle su ed è per questo che le ruspe stanno operando nella demolizione.
“Stiamo mettendo in sicurezza il paese pulendo e cercando di riaprire un minimo di viabilità, ci dice il sindaco Renato Adorno impegnato in prima linea dall’inizio dell’emergenza. Purtroppo mentre andiamo avanti con i lavori ci accorgiamo che sempre più case sono compromesse e questo fa veramente fa male al cuore, come fa davvero male doverle vedere così distrutte. Ringrazio i vigili del fuoco per il loro contributo eccezionale. Ci sono anche gli operai delle ditte e lavoriamo come possiamo anche perché Cenova purtroppo ha vie di comunicazione limitate e abbiamo bisogno di mezzi piccoli e di lavorare in sicurezza, quindi bisogna fare molta attenzione”. Al momento sono undici le persone sfollate; alcuni di questi già lo erano per via del maltempo che ha interessato Cenova l’anno scorso. Disagi su disagi per la gente che ha visto in poche ore spazzare via non solo i propri beni, ma anche il proprio senso di tranquillità.
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Come ribadito dal sindaco fondamentale è l’aiuto prestato dai vigili del fuoco imperiesi che sono giunti a Cenova con uomini e mezzi, tra cui un posto di comando avanzato che permette un’operatività incisiva e di coordinamento decisionale sul territorio. Sul luogo della frana è presente anche il funzionario tecnico direttore coordinatore dei vigili del fuoco, Angelo Palmiero, quale ha dichiarato alla nostra testata che a Cenova “la situazione è abbastanza critica. Stiamo liberando le strade per cercare di dare il più possibile la viabilità alle persone e stiamo cercando di eliminare tutti i punti critici, il pericolo immediato, affinché le persone possano accedere alle case e almeno recuperare i beni di prima necessità. In particolare stiamo anche operando sul territorio per dare questo contribuito alla popolazione di Cenova facendo i recuperi dei beni e dei materiali di cui hanno bisogno. Al momento non è possibile fare delle previsioni, ma c’è da lavorare ancora”.
Non solo la frazione di Cenova preoccupa il Comune. Anche il centro del paese e la frazione di Lavina, già colpita dagli eventi alluvionali del 2016, hanno diverse criticità. “A breve inizieranno i lavori per la messa in sicurezza del versante su Lavina, continua il primo cittadino, dove ripartiremo con la costruzione del nuovo depuratore e dovremo rifare la strada che conduce al cimitero, ma anche per andare alle sorgenti dell’acqua. A Cenova siamo riusciti a ridare l’acqua anche se ancora non siamo sicuri sulla potabilità. A Rezzo invece, abbiamo dei grossi problemi all’acquedotto. Purtroppo la strada di collegamento al cimitero e quella che conduce ad alcune borgate sta venendo giù. Stiamo lavorando ovunque, abbiamo bisogno di aiuti, tutta l’alta valle Arroscia ha bisogno di aiuto e di avere la certezza che qualcuno ci dia una mano. Non possiamo andare avanti cosi”.
Il comune di Rezzo poi, sta intervenendo anche sugli alpeggi e andare incontro alle esigenze degli allevatori che hanno visto morire molti degli animali a causa del maltempo. Tra i vari centri dell’alta valle Arroscia poi c’è un comune sentire e un comune senso di aiuto. Tra Rezzo, Mendatica e Cosio, ad esempio, sul fronte degli aiuti agli allevatori si procede in sinergia non solo perché i centri sono confinanti, ma anche perché il settore economico in questione va tutelato ed è di interesse per l’intera valle Arroscia.
La stima dei danni su Rezzo è ancora in corso, ma già da una prima ricognizione si aggira intorno ai tre milioni di euro. Una cifra questa che mano a mano aumenterà in seguito a quanto emergerà delle verifiche e dai sopralluoghi che tecnici e amministratori stanno compiendo. Da questa somma ancora va aggiunta quella relativa agli altri due acquedotti devastati dal maltempo. “Siamo sui 3 milioni di euro di danni, dice Adorno. Anche l’anno scorso parlavamo di un paio di milioni di euro di danni e poi non sono arrivati. Il problema è che quest’anno abbiamo criticità su Cenova, ma è stato colpito tutto il comune. Sono tutti beni primari, come si fa a non dare l’acqua alle persone?, non è possibile”.


































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