Quasi due studenti su 100 si sono persi durante il lockdown: è questa la “buona” fotografia che arriva dalle scuole torinesi. Se la giornata di oggi ha visto bimbi e ragazzi tornare in aula dopo mesi di assenza forzata, il lockdown e la conseguente didattica a distanza hanno messo a dura prova il rapporto tra gli studenti e la scuola. A vincere, però, sono stati i giovani.
Un’indagine promossa dalla Città di Torino, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, e svoltasi su un campione di 65 scuole torinesi, ha fatto emergere un dato inequivocabile: la dispersione nelle scuole del primo ciclo si attesta all’1,87%. Un numero “basso”, se paragonato alla media del 20% di dispersione causa didattica a distanza rilevata in tutto il mondo dall’Unesco.
Lo studio ha permesso di indagare circa le cause della dispersione che risultano non essere soltanto la mancanza di connessioni o dispositivi, ma anche la scarsa competenza linguistica di bambini e genitori, le scarse competenze informatiche, la situazione di svantaggio, la disabilità o difficoltà di apprendimento dell’alunno. Per migliorare comunque quello che è un parametro positivo, la Città intende organizzare una serie di conferenze di servizi per approfondire le tematiche educative. La prima conferenza si terrà il 24 settembre, con una consapevolezza: gli studenti torinesi si sono dimostrati più forti delle difficoltà.
Commenti