Ieri in Procura ad Asti è stata depositata, nell'ambito delle investigazioni difensive per il caso di Elena Ceste, una richiesta di accesso ad alcuni reperti.
Si tratta di abiti della donna trovata morta a Motta di Costigliole a ottobre 2014. Gli abiti erano stati trovati a terra nel cortile, il 24 gennaio 2014, giorno della scomparsa della donna trovata morta 9 mesi dopo.
La conferma arriva dal team della Falco investigazioni di Lucca che lavora da mesi per trovare elementi utili per presentare la richiesta di revisione della condanna a 30 anni di carcere inflitti al marito della donna Michele Buoninconti, che si trova in carcere ad Alghero.
Eugenio D'Orio, procuratorie speciale di Buoninconti ha depositato una consulenza tecnica nella quale si richiede l'accesso ai vari reperti acquisiti dalla polizia giudiziaria durante le indagini.
"Si tratta - spiega - di pantaloni, un maglione, autoreggenti, slip ed altri capi personali e intimi che erano stati rinvenuti il giorno della scomparsa e che, secondo la difesa non sarebbero stati ritenuti degni di attenzione, prima".
D'Orio ha richiesto l'acquisizione di campioni effettuati dalla Sezione Investigazioni scientifiche dei carabinieri di Torino sulle auto usate dalla famiglia Buoninconti.
Le indagini sono proseguite e Anna Vagli, consulente tecnico del team. ha spiegato che con Davide Cannella (investigatore privato) e Eugenio D'Orio, si sta seguendo una pista che potrebbe far luce sul caso.
La squadra, per presentare richiesta di revisione, si attende preziose informazioni dalle analisi biologico-investigativo .
Il corpo di Elena Ceste, mamma di 4 figli, venne ritrovato a ottobre, dopo la scomparsa del 24 gennaio 2014. Michele Buoninconti, il marito, fu arrestato il 29 gennaio 2015.
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