Una prima interlocuzione tra il mondo della cultura e dello spettacolo e la Regione Piemonte per la ripartenza del comparto nella Fase 3.
E' quanto andato in scena oggi pomeriggio, in piazza Castello, dove una rappresentanza del comitato piemontese Lavoratori e Lavoratrici dello Spettacolo è stato ricevuto dal presidente Alberto Cirio e dall'assessore Vittoria Poggio, nel corso di un sit-in che ha fatto seguito alla manifestazione dello scorso 30 maggio, con il coinvolgimento di 15 capoluoghi italiani.
"Ci hanno chiesto di farci portavoce nella Conferenza Stato-Regioni delle loro istanze, vogliono essere riconosciuti come tutti gli altri lavoratori a livello di tutele e diritti - ha dichiarato Poggio al termine del confronto - Sono persone che stanno facendo fatica ad andare avanti e che non lavorano da febbraio".
"Per questo abbiamo istituito un Fondo Solidarietà Cultura di 3 milioni di euro - ma potrebbe anche aumentare - che consentirà agli artisti di ricevere un bonus per la ripartenza. Funzionerà come un riconoscimento in termini di liquidità a fondo perduto, tramite una richiesta a sportello, e sarà erogato da Finpiemonte. E' rivolto all'associazionismo ma anche a tutti gli imprenditori di se stessi. Ci muoveremo, anche in questo settore, come per tutti gli altri ambiti del Riparti Piemonte".
Ma il mondo dello spettacolo ancora non canta vittoria. "C'è stata una timida apertura - ha commentato Elio Balbo, tecnico audio e luci, tra i rappresentati ricevuti oggi in piazza Castello - L'annunciata riapertura di teatri e locali per il 15 giugno per tantissimi significherà comunque non tornare a lavorare e rimanere senza reddito né ammortizzatori sociali. Ci auguriamo comunque che questo canale di interlocuzione aperto con le istituzioni sia proficuo, ritorneremo a confrontarci a fine mese. Intanto, tra il 22 e il 27 giugno stiamo organizzando una mobilitazione nazionale a Roma".
Tra le richieste portate oggi in sede regionale, la creazione immediata di un tavolo permanente di confronto con maestranze, artisti, associazioni e gestori del settore, "per fare in modo che la prevista riapertura sia equa, al riparo dai pericoli dei prezzi al ribasso e dello sfruttamento". I lavoratori chiedono inoltre di ripartire dalla micro, piccola e media impresa, "dalle specificità delle competenze professionali in tutte le loro declinazioni", dalla prosa, alla danza, alla musica.
Infine, si richiede di valorizzare gli spazi pubblici (dalle piazze, ai parchi ai chiostri) delle periferie e dei territori di provincia, rendendo trasversale l'accesso della cittadinanza allo spettacolo dal vivo.
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