Il Nazionale

Cronaca | 21 febbraio 2020, 07:00

Processo Bonello, il perito ed il medico legale nominati dal giudice confermano il suicidio

Confermato il referto autoptico e la relazione dal dottor Marco Canepa, l’esperto nominato dal pm Giovanni Battista Ferro. Il perito della difesa ha spiegato che dalle fotografie il proiettile potrebbe non essere stato sparato da quell'arma

Processo Bonello, il perito ed il medico legale nominati dal giudice confermano il suicidio

Prosegue il processo legato alla morte di Luisa Bonello, medico savonese, 53enne, che era stata trovata senza vita il 19 settembre del 2014 nella sua abitazione di via Genova a Savona. 

Nell'udienza di ieri sono stati nuovamente ascoltati i periti nominati dal giudice Matteo Pistone, il medico legale Roberto Testi e il perito balistico Stefano Conti, che hanno esposto le loro relazioni e che hanno confermato l'ipotesi del suicidio come già affermato in precedenza tramite il referto autoptico e la relazione dal dottor Marco Canepa, l’esperto nominato dal pm Giovanni Battista Ferro.

Ad essere iscritti nel registro degli indagati e rinviati a giudizio per omicidio colposo sono l'ispettore di polizia Alberto Bonvicini, dirigente della polizia postale di Savona, amico e paziente della dottoressa (coinvolto anche in un’inchiesta “bis” nel quale è stato rinviato a giudizio per circonvenzione d’incapace, truffa ed, in concorso con il suo medico medico curante, Roberto Debenedetti, per falso), l'ex marito e medico Mauro Acquarone, aveva patteggiato invece la dottoressa Noemi Donati, per non aver impedito alla donna il suicidio pur sapendo che soffriva di depressione e manteneva in casa alcune armi. 

Luisa Bonello avrebbe quindi perso la vita a causa di un colpo di pistola da lei sparato in bocca mentre era seduta sul letto nella sua camera.

I consulenti della difesa nelle precedenti udienze avevano contestano l'ipotesi suicidio e il perito balistico Pietro Benedetti ed il medico legale Roberto Malcontenti, avevano contestato l'impossibilità del fatto, vista la posizione in cui è stato ritrovato il corpo, l'assenza di sangue sulla mano destra oltre che sulla canna della pistola e l'assenza di lesioni in bocca. Nella giornata di ieri Benedetti (su domande dell'avvocato Paolo Nolasco, legale di Acquarone) si è concentrato sul fatto che il proiettile potrebbe non essere stato sparato su quell'arma in quanto le fotografie non supportano le conclusioni del perito Conti e non ci sarebbero coincidenze nelle striature. Specificando che un silenziatore (mai stato trovato) potrebbe essere stato usato.

Dopo le controdeduzioni del perito Conti che hanno respinto le osservazioni di Benedetti, il medico legale Malcontenti ha specificato che tutti gli elementi messi insieme fanno ritenere poco credibile l'ipotesi del suicidio.

Lo scorso marzo 2019 era stato ascoltato anche il titolare dell'omonima armeria Dario Tessitore che aveva venduto la pistola semiautomatica una Cz 75 Shadow Sport Calibro 9×21 con il quale la dottoressa si era sparata. Tessitore ha specificato che non era possibile, a causa del forte rinculo del colpo, che una persona seduta sul letto con le gambe distese fosse trovata nella posizione in cui è stata trovata la Bonello, cioè coricata sul letto con la pistola impugnata nella mano destra e appoggiata sul petto, all’altezza dello sterno. Ipotesi però sul quale non era stato d'accordo il pm Ferro che aveva proseguito sulla linea della Procura secondo il quale la dottoressa Bonello si era sicuramente tolta la vita sparandosi nella sua camera da letto.

Luciano Parodi

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