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Politica | 17 dicembre 2025, 18:21

Cuneo, l’ordine del giorno contro le forniture militari a Israele spacca il Consiglio comunale e ancor più la sinistra

Le divisioni su Gaza allontano sempre più una futura intesa nel cosiddetto “campo largo” per le prossime amministrative. Duro attacco social di Simone Borio nei confronti di chi ha votato contro ma anche di quanti si sono astenuti, definiti “ignavi”

Cuneo, l’ordine del giorno contro le forniture militari a Israele spacca il Consiglio comunale e ancor più la sinistra

L’ordine del giorno su Gaza presentato ieri sera, martedì 16 dicembre, in Consiglio comunale a Cuneo rischia di risultare una pietra tombale sulle possibili ventilate – e da taluni auspicate – intese a sinistra in vista delle amministrative 2027.

A segnare un vallo profondo, tra il Pd da una parte e la sinistra dei Beni Comuni e parte di Cuneo Democratica e Solidale dall’altra, non più soltanto tematiche amministrative, ma anche le complesse questioni internazionali.

Duro il commento che Simone Borio, esponente dei Beni Comuni, già candidato al Parlamento nel 2018 nella lista “Potere al Popolo”, affida ai social.

“Ieri il Consiglio comunale di Cuneo – afferma Borio - ha scritto una pagina che difficilmente potrà essere archiviata come una semplice “divergenza politica”. È stata una scelta morale, prima ancora che politica. E come tale va giudicata. L’ordine del giorno chiedeva una cosa semplice e chiara: che la sindaca Patrizia Manassero si facesse portavoce presso il Governo italiano della sospensione immediata delle forniture militari a Israele, alla luce dello sterminio in corso a Gaza e delle sistematiche violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. 

Non uno slogan, ma un atto fondato su fatti, su ricorsi legali, sulla Costituzione italiana e sulle Convenzioni internazionali. Eppure, davanti a tutto questo, una parte del Consiglio ha scelto di voltarsi dall’altra parte”.

Borio ringrazia e plaude a chi ha avuto il coraggio di votare a favore: Ugo Sturlese, Nello Fierro, Luciana Toselli (Beni Comuni), Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale) e Antonino Pittari (ex Pd ora Gruppo misto). “In un clima di ambiguità e vigliaccheria – considera - hanno scelto di stare dalla parte del diritto, della pace e dell’umanità”.

Poi l’attacco diretto e aspro ai consiglieri che hanno votato contro: Ettore Grosso (Centro per Cuneo), Franco Civallero (Forza Italia), Mavy Civallero (Lista civica di centrodestra), Noemi Mallone (Fratelli d’Italia), Giancarlo Boselli e Paolo Armellini (Indipendenti).

“Non servono giri di parole. Costoro – scrive Borio – hanno detto No a una presa di posizione morale, No alla sospensione delle armi, No persino a un gesto simbolico di responsabilità istituzionale”.

L’esponente di Beni Comuni (che non è consigliere comunale) rincara poi ulteriormente la dose nei confronti di quanti si sono chiamati fuori.

“Grave – afferma - è il comportamento di chi si è astenuto. Perché l’astensione, davanti a un massacro, non è neutralità. È complicità. È fuga. È esattamente ciò che Dante definiva gli ‘ignavi’, quelli che, per paura o convenienza, preferiscono non sporcarsi le mani mentre altri muoiono”.

E qui riserva una pesante stoccata al Pd: “Enrico Berlinguer – rammenta Borio - diceva che la politica è prima di tutto una questione morale. Ieri, in Consiglio comunale, questa lezione è stata clamorosamente tradita anche da chi tiene i suoi quadri nelle sedi di partito. Perché quando la politica rinuncia alla morale, resta solo gestione del potere, calcolo, carriera. E perde ogni legittimità agli occhi delle persone. Ci si chiede perché la gente si allontana dalla politica, perché non vota più, perché non crede più nelle istituzioni. 

È esattamente per questo. Perché davanti a una tragedia storica, davanti a migliaia di civili uccisi – aggiunge -, c’è chi preferisce il silenzio, l’astensione o il voto contrario, pur di non disturbare equilibri più grandi di loro. Ieri non si chiedeva eroismo. Si chiedeva dignità. E, purtroppo, non tutti hanno dimostrato di averla”.

Considerazioni che certificano che a Cuneo, tra Pd e sinistra, permangono ampie divergenze non solo sui (risaputi) temi di carattere locale. Queste diventano abissali quando si tratta di questioni di politica internazionale.

La mancata tregua di Natale in municipio fa ritenere, a buon diritto, che nemmeno a Pasqua potrà esserci un ramoscello d’ulivo tra le anime della sinistra.

Chi auspicava un disgelo dovrà rassegnarsi a prendere atto che questa strada non è percorribile.


 

GpT

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