Il Capodanno genovese torna al centro del confronto in Consiglio comunale, dove il tema dell’organizzazione dell’evento del 31 dicembre accende il dibattito su costi, procedure e responsabilità politiche. A tornare sulla questione è la capogruppo della Lega in consiglio Paola Bordilli che ha voluto mettere sotto la lente i tempi e le modalità della gara, definiti poco chiari.
Secondo Bordilli, la sequenza degli atti non sarebbe coerente, poiché la gara verrebbe bandita il 19 settembre mentre solo dieci giorni dopo, il 29, verrebbe chiesto alla Regione se fosse disponibile a contribuire economicamente. Una richiesta che, sottolinea, arriva a cose fatte e riguarda peraltro soltanto la serata del 31 dicembre, non il Tricapodanno. Da qui la critica più dura: quella di aver imputato alla Regione la responsabilità della mancata realizzazione del format su più serate, quando la scelta, a suo avviso, sarebbe stata già presa in via autonoma.
“L’amministrazione esce dicendo che il tricapodanno non si fa per colpa della Regione che non dà i fondi. Eppure nella nota di richiesta che il Comune fa verso Regione vengono richiesti solo per il 31 dicembre. Il Comune chiede solo per una serata”.
Sulla stessa linea interviene anche Pellerano (Noi Moderati), che parla di due contraddizioni nella gestione della nuova giunta. Da un lato riconosce una continuità rispetto alla precedente amministrazione nel promuovere grandi eventi diffusi e attrattivi, dall’altro segnala “stonature evidenti”, in particolare sull’importo dell’aggiudicazione: “Settecentomila euro per Capodanno è una cifra grossa, incomparabile rispetto ai costi degli anni precedenti, e stride con una retorica che descrive Genova come città in difficoltà economica”.
Pellerano richiama inoltre il tema della gara, oggetto di polemiche sui media: “Abbiamo letto che un soggetto lamenta un’esclusione e minaccia azioni legali verso l’ente. Anche questo alimenta dubbi”.
Alle critiche risponde l’assessora Beghin, che rivendica la legittimità delle scelte compiute. "Ogni giunta fa scelte politiche. Regione negli anni scorsi ha sempre contribuito in forza di un accordo. Quest’anno, invece, si doveva attendere la pubblicazione di un bando regionale che non è mai arrivato. Ci è stato detto di fare una richiesta formale, a cui è stato risposto che bisognava attendere il bando”.
Quanto alle risorse, l’assessora chiarisce: “L’importo finanziabile massimo era di 150mila euro con partecipazione regionale al 50%. Un evento che può andare bene per città sotto i 10mila abitanti ma non per il capoluogo. Si è deciso quindi di offrire, con fondi già a bilancio, un Capodanno che potesse richiamare persone da fuori Genova”.
Sui numeri contestati precisa: “L’importo di 740mila euro più iva è quello reale. Il milione e 776mila euro a cui si riferisce la consigliera Bordilli riguarda l’opzione di rinnovo e la maggiorazione del sesto quinto. Non c’è alcuna triplicazione dei costi. L’evento dello scorso anno, considerando anche le spese accessorie, superava il milione e mezzo”.
Beghin ricostruisce anche nel dettaglio la procedura di gara, ribadendo la piena trasparenza: due offerte pervenute, commissione giudicatrice nominata, sedute pubbliche e verifica di anomalia. Una delle imprese avrebbe poi rinunciato a presentare la documentazione richiesta, mentre l’altra ha prodotto regolarmente i contratti artistici. “Nessuna polemica, ma rispetto rigoroso delle procedure”, sottolinea.
Il programma definitivo, annuncia, sarà presentato in una conferenza stampa dedicata e il Capodanno sarà articolato in più momenti di spettacolo. “È un evento di cui siamo orgogliosi e per cui abbiamo ricevuto il plauso da parte della città".













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