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Politica | 17 settembre 2025, 12:29

Consiglio Comunale di Asti: tutti favorevoli al riconoscimento della Palestina

I consiglieri Bosia e Berzano sottolineano la necessità di due popoli in due Stati, conviventi in pace e sicurezza

Consiglio Comunale di Asti: tutti favorevoli al riconoscimento della Palestina

Ieri, martedì 16 settembre si è svolto ad Asti il Consiglio Comunale che ha portato un considerevole e soprattutto condiviso esito positivo per una delle sue proposte.

Dopo la discussione dei due ordini del giorno ne è stato proposto un ulteriore da Mauro Bosia (Uniti si può)  e Renato Berzano (Maurizio Rasero sindaco) che cercasse di conciliare le parti di minoranza e maggioranza per arrivare all’unanimità

Il seguente ordine del giorno ha impegnato il sindaco e la giunta ad esprimere profonda preoccupazione per la crisi umanitaria a Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato e l’apertura di corridoi umanitari sicuri. Si sollecitano il Governo italiano, l’Unione Europea e l’ONU a farsi promotori di una soluzione diplomatica fondata sul rispetto del diritto internazionale, sul riconoscimento dello Stato di Palestina e sulla prospettiva di due popoli, chiamati a coesistere in pace e sicurezza, che vivano fianco a fianco all’interno di confini riconosciuti. Tra gli impegni richiesti, anche la liberazione degli ostaggi, la protezione della popolazione civile e un impegno concreto per la stabilizzazione e la ricostruzione della Striscia.

I consiglieri comunali Vittoria Briccarello e Mauro Bosia avevano indetto un presidio venerdì 12 settembre, chiedendo la presenza dei cittadini durante il Consiglio comunale di ieri per dimostrare quanto sia interesse degli astigiani che l’assemblea prenda posizione sulla drammatica situazione. Non è stato necessario ripeterlo o lanciare appelli sui social: un cospicuo numero di persone si è presentato durante la discussione del secondo ordine del giorno, di cui molte sono rimaste fino alla fine della seduta.

Renato Berzano ha reputato  "di difesa" l’azione dello Stato di Israele nei confronti di Hamas ma che al tempo stesso non è più possibile accettare l’impatto delle conseguenze a cui questa difesa sta portando. 

Non possiamo mettere in dubbio che Israele è uno Stato democratico, ma sicuramente ci sono delle responsabilità. Abbiamo il dovere come rappresentanti della politica di dire basta”.

È necessario dare il giusto sostegno a queste popolazioni – ha proseguito Berzano – e riconoscere lo Stato di Palestina: “Credo che l’unica soluzione per quei territori sia due popoli in due Stati”.

Il consigliere evidenzia che è presente nello statuto di Hamas la volontà di distruggere lo Stato di Israele e che allo stesso modo quest’ultimo non accetti la soluzione a due Stati, comportandosi di fatto come Hamas. 

Non dobbiamo criminalizzare gli israeliani, la responsabilità è del governo di Israele. Non dobbiamo confondere le due cose perché si rischia come già successo in alcune azioni in Europa di colpire gli israeliani in quanto tali ed è l’enorme errore, ripercorrendo ciò che è accaduto durante la seconda guerra mondiale”, ha ribadito Berzano.

 Mauro Bosia si è ritenuto soddisfatto dell’approvazione dell’ordine del giorno da parte del Consiglio. È stato ribadito quanto scritto nell’ordine del giorno e in particolare l’obiettivo primario che il tema in discussione richiede di raggiungere: il riconoscimento dello Stato di Palestina: “Le istituzioni fino a poco tempo fa non lo volevano fare e dalla scorsa settimana abbiamo l’Unione Europea che invita tutti gli Stati a recepire il riconoscimento dello Stato di Palestina”. 

Per il consigliere il torto si può anche imputare ad ambo le parti come afferma la maggioranza, ma quello principale risiede nel colonialismo e nei decenni di soprusi e accordi non rispettati. “Domandiamoci perché la Palestina aveva il movimento di governo più progressista del mondo arabo, Al-Fatah e ora c’è Hamas”. Si tratta di un popolo (sempre riferendosi a quello palestinese ndr) che si trova in condizioni socio-economiche variano notevolmente: Gaza, la Cisgiordania, le città principali e le aree rurali mostrano contesti differenti, segnati da disparità di reddito, accesso ai servizi e opportunità di sviluppo. 

Bosia ha concluso ricordando i fondi economici e alimentari che sono stati donati da numerosi astigiani, portati a Genova al fine di partire su una nave diretta a Gaza, che ha ricevuto bombardamenti: “Decidiamo da che parte vogliamo stare. Approvando questo ordine anche noi avremo deciso di essere dalla parte giusta della storia”. È stata poi avviata la votazione, conclusa con tutti e 24 i consiglieri partecipanti favorevoli.

Prima del dibattito ha anche preso la parola Noemi Costa di Non una di meno, a nome di tutti i cittadini.

Aggiunge Vittoria Briccarello (Uniti si può): “Ieri abbiamo portato a casa (finalmente) un Ordine del Giorno che tra i punti ha il ‘riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina’. Un ODG presentato a Maggio, a cui ne sono seguiti altri di forze politiche varie, e che dopo 4 mesi è finalmente stato messo in seduta consigliare. Abbiamo avuto una lunga sospensione, lo abbiamo riscritto concentrandoci sul contenuto e rinunciando alle premesse su cui non ci sarebbe stato accordo, spinti da un senso di responsabilità e da un’ammissione di vergogna per il genocidio in atto, che ci ha portato a concludere la pratica con la sua approvazione. 

Durante il dibattito non sono mancate le provocazioni e le mistificazioni storiche e politiche, ma si è tenuto il punto, e quello che è successo, anche se simbolico, è un passo in avanti che responsabilizza anche il nostro Comune. 

La cosa più bella? Un’aula gremita di decine e decine di persone della società civile, che sono venute ad ascoltare la seduta e ne han preso parte grazie a una portavoce. Là dove la politica rischia di morire, sono state le associazioni, i movimenti, la società a pressare, a tener alta l’attenzione, a non far sprofondare le Istituzioni nel lassismo complice. 

Ora occorre concretizzare il tutto, inoltrare e sollecitare Regione e Governo, far rete con gli altri comuni, smuovere le acque in Parlamento Europeo.  Siamo più di 30 in Consiglio Comunale, di forze politiche diverse e respiri diversi, il dialogo con i rappresentanti istituzionali di riferimento deve, ora anche su carta, essere continuo e chiaro. 

PS. So benissimo che si può far di più, so benissimo che, tanto più dopo l’ingresso in Gaza City e i raid dell’esercito israeliano, alcuni punti possano apparire sorpassati, ma questi sono i tempi che corrono: di fronte a decine di migliaia di morti e a quasi due milioni e mezzo di sfollati non c’era più tempo per perdersi in chiacchiere sconclusionate seduti su una sedia al sicuro”.

Giulia Frontino

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