Provincia e Comuni bussano alle porte del Casinò (e di Palazzo Bellevue) per riavere una fetta degli utili, ora che la torta degli incassi si è (ri)fatta grande, ma a Sanremo ricordano i sacrifici compiuti negli anni difficili, in cui si è arrivati alla cancellazione dei fondi da ripartire (in quote diverse) agli altri enti locali, per garantire la sostenibilità della gestione. “Intanto bisogna capire bene se si tratti di un obbligo di legge: da quel che ho compreso pare di no – esordisce Giuseppe (Pino) Di Meco, tornato alla presidenza di Casinò Spa dopo 14 anni dalla prima nomina, protagonista della nuova puntata de “L'Intervista” - Ricordo che, nel tempo, sono state necessarie diverse ricapitalizzazioni della società, partendo da 500 mila euro per arrivare oggi a 15 milioni. E che i lavoratori hanno accettato contratti di solidarietà per sostenere l'azienda nei periodi più complicati. Non solo: l'azienda è passata anche attraverso il Covid, con lunghi periodi di chiusura, durante i quali il Comune non ha chiesto aiuti statali. Al di là di possibili questioni di merito, di legge, credo che oggi sia giusto riconoscere il lavoro svolto da Comune e Casinò, assieme ai lavoratori, per superare quei momenti”.
In pratica, i costi delle situazioni critiche sono stati pagati soltanto dai dipendenti e dalla città (il Comune ha dovuto più volte ricapitalizzare la sua partecipata, per tenerla a galla), mentre adesso che la casa da gioco è tornata a macinare utili importanti tutti (ri)vorrebbero una fetta della torta.
Di Meco chiarisce anche il senso della sua parabola politica, che l'ha riportato di recente in Forza Italia, assieme a tre consiglieri (tra cui sua figlia Anna Roberta) della maggioranza che sostiene Mager: “E' nella singola libertà di chiunque iscriversi a un partito. Ciò non toglie il rispetto del mandato affidato dai cittadini, nello scegliere l'amministrazione Mager. Peraltro nei due mandati del sindaco Biancheri abbiamo assistito a ‘contaminazioni’ tra partiti diversi e liste civiche. E anche in questa maggioranza ci sono persone schierate con partiti, senza problemi. Si possono avere idee politiche diverse ma quel che conta è il piano locale, cittadino. La politica è confronto. Quanto a me, sono stato eletto in Comune nel 1993 con la Dc. E sono rimasto un democristiano”.
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