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Politica | 26 maggio 2025, 20:17

Le prime parole da sindaca di Silvia Salis: "La città chiedeva un cambiamento. Dedico la vittoria a mio padre"

Con una percentuale di preferenze che ha superato il 51%, la candidata della coalizione progressista ha battuto il suo diretto rivale Pietro Piciocchi. E alla Regione: "Quello che chiedo è responsabilità, realismo, pragmatismo, perché avremo davanti delle sfide molto importanti. E io ho intenzione di fare. Ma non quelli del fare per finta, come hanno fatto in questi anni"

Le prime parole da sindaca di Silvia Salis: "La città chiedeva un cambiamento. Dedico la vittoria a mio padre"

Silvia Salis è la nuova sindaca di Genova.
Con una percentuale di preferenze che ha superato il 51%, la candidata della coalizione progressista ha battuto il suo diretto rivale Pietro Piciocchi, sindaco facente funzioni, e gli altri cinque candidati per la poltrona di primo cittadino del capoluogo ligure.
Una vittoria al primo turno, come la stessa Salis aveva più volte pronosticato nel corso dei cento giorni di campagna elettorale, che ha scatenato la festa davanti al point di via Ceccardi.
Canti e balli per centinaia di persone che si sono ritrovate davanti al point elettorale e che hanno atteso l’arrivo della neo sindaca, accolta da un coro e da un lungo applauso.
A far segnare un cambio di passo sono state due parole: cambiamento e rispetto. Un segno di discontinuità rispetto all’amministrazione uscente.


"Sicuramente sono stati due elementi fondanti di questa campagna elettorale - ha detto Salis - che partiva già da un senso di risultato negativo di questa amministrazione che era emerso alle elezioni per le regionali, dove comunque il sindaco uscente Bucci a Genova ha ricevuto una sonora bocciatura a favore di Andrea Orlando, però anche se poi ha perso le elezioni, Genova ha fatto un ottimo risultato. Quindi sicuramente un cambiamento era auspicato, la città lo chiedeva e il senso di unità che abbiamo saputo dare con questa coalizione è sicuramente convinto l'elettorato e ha fatto essere sicuro di votarci. Quindi credo che questo ampio risultato sia il risultato di questo”.
Felice e soddisfatta, ma soprattutto orgogliosa, Salis ha voluto sottolineare che è sempre stato importante garantire un certo tono e un certo stile alla campagna elettorale: “Ho chiesto questo a tutti noi, l'ho chiesto a me stessa di non scendere mai a certi livelli e sono orgogliosa di esserci riusciti”.
Ancora: “La politica deve imparare a parlare un linguaggio migliore e deve essere d’esempio, sicuramente un esempio positivo e non un esempio becero, negativo di attacchi personali”.
Poi un pensiero e una dedica al papà, mancato pochi giorni prima dell’inizio della campagna elettorale: “Dedico a lui questa vittoria”.
Ancora: “Ho una famiglia che ha fatto gran parte del lavoro, perché anche sapere di avere le spalle coperte è una cosa di importante. Poi la mia famiglia è stata molto importante perché mio padre è mancato pochi giorni prima che iniziasse la campagna elettorale, per cui diciamo che abbiamo vissuto un momento anche emotivo pesante, quindi la mancanza di papà più l'inizio della campagna elettorale contemporanea è stata sicuramente una cosa che ci ha visto ancora più uniti”.
“Genova aveva bisogno di un rilancio - ha poi sottolineato ancora Salis - aveva bisogno di un vento nuovo e aveva bisogno soprattutto di scrollarsi di dosso una serie di anni e di avvenimenti che ci avevano portato ai disonori delle cronache, questo sicuramente unito alla bocciatura, di quella che è stata la gestione del centro-destra e della destra di questa città, questa è stata la cosa principale”.
A proposito di infrastrutture, anche di quelle sociali, Salis ha aggiunto: “La narrazione della destra è stata una narrazione grossolana di quelli del no, ma anche un modo di comunicarla un po' banale che alla fine è arrivato l'elettorato, ha capito che era una semplificazione di una cosa che poi non esiste neanche più. Io ho detto tutta una serie di sì e chiaramente ho parlato anche di infrastrutture sociali, cosa che loro hanno completamente ignorato perché in una città bisogna occuparsi sicuramente dell'alto, dei grandi progetti, dello sviluppo, ma poi non bisogna mai essere troppo distanti della quotidianità delle persone perché è quella che poi conta quando loro vanno a votare, come trovano la città se i loro anziani sono assistiti, se i bambini trovano un posto nell'asilo, se il marciapiede è pulito e se la strada è illuminata. È chiaro che bisogna pensare a entrambe le cose per sviluppare una città ma non puoi dimenticarsene di una".

Prima dell’arrivo al point, Salis ha sentito il suo principale avversario, Pietro Piciocchi: “È stata una telefonata molto breve, molto formale, nella quale ci siamo detti che poi ci vedremo per il passaggio di consegne”.
Al momento nessuna telefonata invece dal presidente della Regione Marco Bucci, mentre i complimenti dei leader nazionali sono giunti quasi immediatamente.
"Credo che Genova e questa campagna naturale abbiano dimostrato come la destra si è legittimata praticamente solo dalla non-unione del campo progressista - ha continuato ancora la neo sindaca - Perché quando poi il campo progressista si unisce e si mettono a confronto le due classi dirigenti, quella della destra e quella del campo progressista, non c'è paragone. Quindi credo che sia questo più che altro la cosa sulla quale riflettere, che il campo progressista non solo è unita e più forte, ma al suo interno ha delle competenze politiche che la destra non ha, almeno questa destra, sia a Genova che in Italia. Io credo che lo si sia visto anche nella differenza di toni della campagna elettorale tra quello che è successo nel campo progressista e il livello degli attacchi a destra. Quindi è dimostrato come quando la destra si trova davanti alla coalizione progressista unita perde intanto l'unico argomento che ha, che sono le divisioni del campo progressista”.
Ora si apre la questione giunta comunale e sulle tempistiche Salis ha le idee chiare: “Non ho una tempistica, faremo la miglior giunta possibile perché ci aspettano delle sfide molto importanti”.
E sulla scrivania della neo sindaca, la prima pratica è quella della riforma dei municipi: “Abbiamo detto che l’avremmo fatto nei primi cento giorni. Vogliamo riportare a una città complessa anche a livello territoriale come Genova che si sente profondamente abbandonata il decentramento amministrativo”.
Nessuna preoccupazione invece per quanto riguarda la collaborazione con la regione, a guida centro destra: “Quello che chiedo è responsabilità, realismo, pragmatismo, perché avremo davanti delle sfide molto importanti. E io ho intenzione di fare. Ma non quelli del fare per finta, come hanno fatto in questi anni. Quelli del fare veramente, quando poi c'è da tirare una riga e aspettare dei risultati che non siano solo inaugurazioni, prime pietre o rendering, ma che siano attività e soprattutto iniziative con finalità decisive per la città”.

“Sono soddisfatta di questo risultato e soddisfatta - prosegue - anche del modo in cui l'abbiamo ottenuto. Mi aspetto collaborazione, mi aspetto risposte sulla sanità, perché quello è un tema, soprattutto nel cambio di tono di Italia, fondamentale. Mi aspetto un cambio di tono, perché comunque a questo punto io sono la sindaca di Genova che avrà a che fare con il presidente della regione. Le darò rispetto, ma devo essere rispettata anche io”.
Poi, la stoccata al centro destra: “Sono figlia di due comunali, un operaio che era custode di Villa Gentile, mia madre che ha lavorato prima nei servizi domiciliari e poi in due municipi. Non vedo come questo possa permettere che io non rispetti i dipendenti comunali, che tra l'altro sono indispensabili per il funzionamento della macchina comunale, per cui mi ho prioritario interesse. In secondo luogo ho intenzione di avere attorno a me delle persone molto capaci e quando urli in faccia alla gente della mattina alla sera ti rimangono intorno solo dei mediocri, per cui il mio obiettivo è far sì che le persone capaci vogliono lavorare con me, non solo che mi contraddicano, mi facciano cambiare idea, ma la facciano migliorare il più possibile”.
Ai giornalisti poi ribadisce il profondo rispetto: “Ho intenzione di mantenerlo anche quando mi farete delle domande, che sicuramente non mi faranno piacere, cosa che in cinque anni immagino succederà. 
Salis ha poi concluso: “Mi aspettano cinque anni alla guida di Genova, per cui non faccio altri piani se non servire questa città. È stata una campagna elettorale molto emozionante. Le persone mi hanno raccontato le storie della loro vita. Ho rivisto quell'entusiasmo, ma anche dalla cifra dell’affluenza, la voglia delle persone di tornare a credere che la politica possa essere la sede per un cambiamento delle loro vite. Avevano un po' smesso di pensarlo”.

Isabella Rizzitano

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