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Politica | 10 maggio 2024, 07:50

"Devo studiare le carte": così il solitamente loquace governatore oggi farà scena muta davanti al gip

Questo pomeriggio l'interrogatorio di Toti a Palazzo di Giustizia. Ma la 'macchina Liguria' della comunicazione sceglie il silenzio, proprio nel momento delle spiegazioni. E oggi al punto stampa della sanità ci saranno solo Bassetti e Ansaldi

"Devo studiare le carte": così il solitamente loquace governatore oggi farà scena muta davanti al gip

Dopo l'inchiesta, il terremoto e gli arresti, gli interessi svelati dalle intercettazioni e gli accordi per oliare gli ingranaggi e far muovere gli affari, la 'macchina-Liguria' sceglie il silenzio, proprio nel momento delle spiegazioni.

Una cappa che avvolge l'elefante nella stanza, da quello degli arrestati davanti al giudice, al profilo basso della politica degli eventi e dei red carpet che all'improvviso si è chiusa nelle stanze, da dove filtra poco niente, se non grossa cautela e nessuna parola.

Silenzio nel primo giorno di interrogatori ieri davanti al gip nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione in Liguria, nel carcere di Marassi dove il primo ad essere sentito è stato Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'Autorità di Sistema portuale, unico destinatario di misura cautelare in carcere, che non ha risposto alle domande del giudice Paola Faggioni.

Oggi toccherà a Giovanni Toti, il governatore più loquace della storia della Liguria, che in queste ore ha scelto il silenzio: immerso nelle carte, con ogni probabilità si avvarrà anche lui della facoltà di non rispondere, come non vuole anticipare - ma poi di fatto anticipa - il suo avvocato, Stefano Savi.

Il criterio che guiderà la difesa sarà "scegliere di fare dichiarazioni una volta che avremo il quadro processuale completo quindi - sottolinea il legale - quando avremo letto tutti gli atti".

Che sono tanti, e richiedono lettura approfondita per poter scegliere le strategie giuste. Toti, stando a Savi, fermo per i domiciliari "si è immerso nella lettura degli atti in modo da conoscerli, sta lavorando e si sta preparando. Umanamente - dice - sono cose che segnano, però l'ho trovato molto reattivo nel senso che si è impegnato fin da subito. Ha avuto una prontezza di spirito non da poco".

Come per Signorini, che è in carcere, difficile che possano bastare però due giorni prima di andare davanti ad un giudice ad approfondire e spiegare le questioni contestate in diecimila pagine di atti, pagina più, pagina meno.

Sempre sul fronte delle contestazioni l'avvocato Savi ha ribadito, in un video diffuso dallo staff del governatore, che "la tracciabilità dei denari, sia in entrata che in uscita, è totale. Abbiamo la possibilità anche di dimostrare che questi denari sono stati spesi tutti per necessità di tipo politico connesse all'attività del presidente e delle persone che lavoravano con lui o che avevano comunque connessioni politiche con lui, quindi non c'è stata nessuna anomalia nella spesa né a titolo personale né a nessun altro titolo".

Ma le dimostrazioni saranno rimandate al termine almeno della lettura e studio degli atti. Poi c'è l'aspetto politico, e qui il silenzio si dirada almeno su un tema, quello delle eventuali dimissioni.

"Toti farà le sue valutazioni - è sempre Savi a parlare - che non possono prescindere da un confronto in condizioni diverse da quelle attuali con le persone che con lui hanno lavorato e i partiti della sua maggioranza".

Maggioranza, alleati e colleghi di giunta anche loro al momento in un silenzio 'orientativo'. Se il primo atto di una riunione di giunta senza Toti, affidata al facente funzioni pro tempore Alessandro Piana, ormai è alle spalle, restano deserti gli eventi, spogliati di quel connotato e quella presenza cui il 'totismo' aveva abituato: a Torino Piana, che ieri aveva annunciato presenza al Salone del Libro per celebrare la Liguria regione ospite, ha passato la mano preferendo restare a Genova.

E mentre la comunicazione langue, con la pagina social del governatore ferma da tre giorni così come quella di molti colleghi del centrodestra ligure e dei più stretti collaboratori che si limitano al quotidiano improrogabile, persino il quartier generale della Sala Trasparenza in Regione è insolitamente vuoto, come mai era accaduto in nove anni.

Oggi ci si prepara al primo interrogatorio di Toti alle 14 in procura mentre la città naviga in un silenzio irreale compreso quello della politica: presenza, parole e punti stampa posteggiati, oggi diserterà anche la conferenza stampa sulla sanità lasciata ai tecnici, Matteo Bassetti e Filippo Ansaldi. Come mai era successo.

Alberto Bruzzone

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