Il Nazionale

Cronaca | 27 ottobre 2023, 08:15

Michelangelo Pistoletto smuove e commuove al Festival della Scienza: “Non c’è differenza con l’arte”

Inaugurazione della mostra presso la Sala delle Grida del Palazzo della Borsa e lectio magistralis a Palazzo Ducale per l’artista novantenne: “La formula della creazione che ho fatto, è diventata la formula scientifica dell’esistente”

Michelangelo Pistoletto smuove e commuove al Festival della Scienza: “Non c’è differenza con l’arte”

Arte e scienza in un unico grande intreccio fatto di contaminazioni, di espressioni e di racconti.

Michelangelo Pistoletto porta al Festival della Scienza la sua ‘arte povera’, quell’arte fatta di stracci, che nella personalissima visione dell’artista si traduce in una commistione di discipline, capaci di restituire quella ‘Formula della Creazione’, tema che il maestro ha affrontato nel suo ultimo libro e che sta portando in giro per il mondo nel suo novantesimo compleanno.

“La creazione avviene sempre attraverso la connessione, la congiunzione, la fusione di elementi differenti e contrapposti. Non c’è niente che nasca già definitivo e assoluto - racconta Pistoletto - Si formano elementi nuovi che si uniscono ad altri elementi nuovi, nati a loro volta da elementi. Tutto è una continua unione”.

La Sala delle Grida di Palazzo della Borsa accoglie le opere dell’artista, visibili per tutta la durata del Festival. Gli stracci che compongono Il Terzo Paradiso campeggiano al centro mentre sullo sfondo l’opera ‘Possession’ mostra l’autoritratto di Pistoletto: “Ho voluto riprendere l’autoritratto oggi come luogo in cui io ho depositato tutta la mia storia; attraverso questi qrcode c’è la mia storia, momenti del mio lavoro”.

A proposito dell’intreccio tra arte e scienza, il maestro aggiunge: “Per me l’arte è stata ricerca, la ricerca di una verità. Quando sono arrivato al quadro specchiante ho scoperto la verità. Nello specchio tutto quello che vediamo è vero, lo specchio non ha immagine propria e proprio per questo può raccogliere tutte le immagini di ciò che sta al di fuori. Io ho parlato finora di arte ma ho parlato di scienza. Non c’è più differenza per me. La formula della creazione che ho fatto, è diventata la formula scientifica dell’esistente. Guido Tonelli, uno degli scienziati più avanzati, è venuto a vedere il mio lavoro e ha detto ‘è incredibile che tu sia riuscito a dare un segno a quello che noi abbiamo raggiunto con la scienza’ c’è una perfetta coincidenza”.

Al Maggior Consiglio, poi, la lectio magistralis, davanti a una platea rapita dal racconto dell’artista, introdotto dalla direttrice di Palazzo Ducale Serena Bertolucci.

Nell’invitare Pistoletto a raggiungerla per poi lasciarlo al pubblico, Bertolucci ha voluto dare la sua personale interpretazione dell’arte: “Rivedendo le opere del maestro, la sua arte è un’arte di soglia, un posto dove siamo per incontrarci, dove ci guardiamo negli occhi e dove decidiamo se andare avanti o meno, se contaminarci o meno”. 

Ed ecco che quel tutto riflesso nelle opere, quegli stracci capaci di portare alla memoria la ‘materia umana’ che li ha abitati, si tramutano in impronte indelebili, memoria di quel passato che sembra affiancare il presente.

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