(di Gabriele Lavagno da Luinonotizie.it) «Mia madre era tutto per me. Quell’essere, se così si può definire, mi ha tolto la vita». Angelo Casoli è il figlio di Carmela Fabozzi, la pensionata di 73 anni uccisa il 22 luglio 2022 nella sua casa di Malnate. Con queste parole, rivolte in parte all’uomo accusato dell’omicidio di sua madre, il 67enne Sergio Domenichini, presente in aula, Casoli ha aperto la sua testimonianza davanti alla Corte d’assise del tribunale di Varese.
Una testimonianza difficile, a tratti straziante, che ha portato l’uomo a ricostruire la scena che intorno alle 19 del 22 luglio dello scorso anno gli ha sconvolto l’esistenza. Casoli stava rientrando a casa della madre, dove si era trasferito alcuni mesi prima, dopo aver interrotto il rapporto con la sua compagna. Aprì la porta d’ingresso, disse “ciao mamma”, come sempre, poi girò lo sguardo e trovò il corpo della madre sul pavimento, in una pozza di sangue.
«Mi è caduto il mondo addosso – ha aggiunto Casoli in lacrime – Le dicevo di svegliarsi, di alzarsi». La donna era già morta, a causa dei nove colpi che le erano stati sferrati alla testa con un grosso vaso. Su quel vaso sono state isolate le impronte del 67enne oggi a processo per il delitto.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’assassino rubò diversi gioielli a casa della vittima e poi, il giorno stesso dell’omicidio, andò a venderli in un Compro Oro di Varese, prima di partire per il mare.
Tra i gioielli spariti da casa Fabozzi c’è una collanina d’oro, alla quale la pensionata era particolarmente legata: «Aveva due medagliette contenenti le foto di mio nonno e mio zio. Non la toglieva mai, nemmeno per fare la doccia», ha spiegato sempre in aula la nipote di Fabozzi, cresciuta nella casa di ringhiera di via San Vito, dove si è consumato il delitto.
Dal balcone del suo appartamento, la mattina del 22 luglio 2022, intorno alle 9, una vicina vide la 73enne: «Aveva una canottiera blu – ha detto la donna ai giudici – ci siamo date il buongiorno». Poi niente di anomalo fino alle 19, quando le urla del figlio di Fabozzi trasformarono in un incubo quella giornata apparentemente normale.
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