E' scattata questa mattina l'assemblea dei lavoratori di Acciaierie d'Italia che si sono dati appuntamento davanti ai cancelli dello stabilimento. Dalle 7, la RSU unitaria ha proclamato uno sciopero di 24 ore.
Assemblea e sciopero erano stati annunciati nei giorni scorsi dai sindacati che rimproverano all'azienda e al governo la mancata chiarezza sul futuro dell'azienda. Tra le preoccupazioni, l'aumento del ricorso alla cassa integrazione e i rischi per la sicurezza dei lavoratori. Dopo l'assemblea è partito un corteo.
"Gli impianti stanno cadendo a pezzi. - ha detto Nicola Appice, RSU Fim Cisl fuori dalla fabbrica - In continuità con Taranto che la settimana scorsa ha fatto una mobilitazione di 24 ore, siamo sicuramente d'accordo nel proseguire questo tipo di mobilitazione e sappiamo che per i lavoratori è un sacrificio enorme, che viene dopo mesi e mesi di cassa integrazione".
"Il rischio è altissimo e a questa gente non importa nulla. - ha detto Fabio Ceraudo, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e sindacalista Usb - Abbiamo fatto denunce all'Asl, al Prefetto e nessuno risponde, né le autorità locali, né chi dovrebbe rispondere come governo. Non vogliamo fare la fine della Thyssen, noi questo lo denunciamo da tempo, anche ai tavoli nazionali, ma le istituzioni e di chi dovrebbe difendere la sicurezza dei lavoratori nello stabilimento, gli enti preposti, sono assenti in tutto e per tutto".
"Siamo consapevoli di quello che abbiamo fatto e andiamo fino in fondo. - ha detto il coordinatore USB Fiom Armando Palombo - So che siete scoppiati, conosco le vostre storie, so che c'è rassegnazione, ma andiamo avanti lo stesso con chi ci sta. Non so oggi e domani cosa faremo, ma so che il varco è aperto e come sono usciti i mezzi ci rientriamo noi. Questo è il clima, sono anni, ovvero da quando Mittal ha deconsolidato, quindi non ci ha messo un euro. E tutti i governi gli hanno concesso la cassa integrazione, questa deve essere la parola d'ordine di oggi: basta cassa integrazione".
In una nota diffusa nei giorni scorsi, RSU ADI Genova aveva spiegato: "Dopo l'incontro del 27 settembre tra le OOSS, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con tre ministri della Repubblica Italiana la situazione rimane ancora più confusa. Chi si aspettava un momento di chiarimento sui futuri assetti della società probabilmente è rimasto deluso. A Taranto dove il ciclo primario è fondamentale come in tutti I siti siderurgici deve ripartire la produzione. Il tempo delle parole è finito!".
"Il periodo più buio della storia della siderurgia del più grosso impianto produttivo italiano rischia di giungere al capolinea. - aveva dichiarato la RSU Fim Cisl - Non sono serviti gli appelli e le denunce della RSU di stabilimento in tutti questi anni. Oggi, più che mai, le preoccupazioni sono al limite, soprattutto dopo l'ultimo incontro col governo che non ha assolutamente rassicurato i rappresentanti dei lavoratori".
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