Mentre cittadini e associazioni di categoria tuonano contro il provvedimento del blocco delle auto Euro 5 che dal 15 settembre interesserà oltre 70 centri del Piemonte, la maggioranza regionale va in tilt.
La Lega parte lancia in resta dimenticando che l’assessore competente, Matteo Marnati, è un leghista.
Fratelli d’Italia si dissocia e il capogruppo Paolo Bongioanni spara ad alzo zero dissociandosi e parlando di “gretinate”.
Cirio alza le braccia e si rivolge al ministro piemontese dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, suo collega in Forza Italia confidando in un’iniziativa del governo che tolga le castagna dal fuoco.
I sindaci dei Comuni interessati si dicono contrari al provvedimento, demandando ogni responsabilità politica alla Regione.
Enrico Costa, vicesegretario nazionale di Azione, spara un tweet che recita: “I consiglieri regionali di destra sono contro la regola da loro stessi approvata, ma si guardano dal cancellarla con delibera, per timore di finire indagati come Chiamparino e Appendino. Più “sicuro” un decreto del Governo. In nome dell’autonomia regionale…”.
Non si lascia ovviamente sfuggire l’occasione il consigliere comunale di Cuneo, Beppe Lauria, che sabato capeggerà la protesta in largo Audifredi a Cuneo insieme a Italexit di Paragone.
“Adesso sarà chiaro ai più – denuncia Lauria - di chi è la responsabilità dell’aver condiviso ed anticipato di due anni la scadenza. Devono dimostrare di essere i primi della classe. Ci hanno spiegato che i poveri mangiano meglio dei ricchi, ora ci spiegano che se non puoi cambiare l’auto puoi anche andare a piedi…”.
Insomma, si è in presenza - per dirla con Carlo Emidio Gadda - di un “pasticciaccio brutto” del quale nessuno vuole assumersi la responsabilità.
Un rientro travagliato dalle ferie per la maggioranza politica regionale dove tutti si rimpallano la patata bollente e nessuno – a dieci mesi dal ritorno alle urne – vuole assumersi la responsabilità della scelta.
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