Il Nazionale

Cronaca | 28 luglio 2023, 19:26

Soprannominato "Macchia", spacciava droga e deteneva alcune scacciacani: condannato

L'uomo, assolto dall'accusa di detenzione di arma da fuoco perché le pistole trovate a casa sua erano risultate finte, finì nel mirino dei Carabinieri di Saluzzo dopo l'arresto del fratello. A portarlo in tribunale alcune fotografie che lo ritraevano armato

Soprannominato "Macchia", spacciava droga e deteneva alcune scacciacani: condannato

Spaccio di sostanze stupefacenti e detenzioni di arma da fuoco. Erano queste le accuse sostenute dalla Procura di Cuneo nei confronti di F.R., giovane di origini albanesi residente a Saluzzo, finito nel mirino degli inquirenti dopo l’arresto del fratello F.P. per spaccio.

I Carabinieri della compagnia di Saluzzo, sequestrati i cellulari e esaminati i messaggi, risalirono proprio all’imputato. Come emerso in aula F.R., conosciuto come “Macchia” per via di una voglia sul viso, riforniva di cocaina e marijuana alcuni soggetti venuti a testimoniare in Tribunale.

Gli acquirenti hanno infatti confermato di aver acquistato proprio da lui la droga, ma non più di tre o quattro volte nel corso dei primi mesi del 2021. Per questo motivo, il giudice ha condannato F.R., con il riconoscimento della lieve entità, a un anno di reclusione, oltre al pagamento di 2800 euro di multa.

Quanto alla detenzione e porto d’armi, i militari, una volta sequestrati i cellulari, avevano ritrovato alcune fotografie dell’imputato che lo ritraevano armato di pistole: una Colt M 1911 e un revolver Smith&Wesson. Le diapositive erano state scattate a casa del fratello di F.R. e altre in auto.

Tra il materiale rinvenuto, anche alcuni video in cui si sentiva il rumore di scarrellamento dell’arma. A seguito della perquisizione operata in casa di F.R., a Trezzano sul Naviglio, i Carabinieri scoprirono solo una Beretta falsa che l’imputato giustificò come l’acquisto, insieme alle altre pistole nelle fotografie, fatto da un giostraio.

Le armi giocattolo, che l’uomo avrebbe pagato 90euro l’una, sarebbero infatti state quelle utilizzate per il tiro al bersaglio, quindi delle scacciacani. Una tesi sostenuta dalla difesa dell’uomo e risultata credibile per il giudice, che lo ha assolto perché il fatto non sussiste.  

CharB.

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