Mentre all’interno del Teatro Condominio si svolge il Remigration Summit, primo congresso internazionale dell’ultradestra europea ospitato in Italia, all’esterno cresce la mobilitazione delle forze politiche e civiche che contestano apertamente l’iniziativa. Alle 11 in punto, in piazza Libertà, a pochi metri dal teatro, si è alzato un coro unanime: «Vergogna», urlato da oltre duecento manifestanti radunati per un flash mob promosso dal Partito Democratico cittadino.
L’iniziativa ha raccolto l’adesione di esponenti del centrosinistra e di semplici cittadini, alcuni dei quali hanno simbolicamente abbassato le saracinesche dei negozi in segno di protesta contro la scelta dell’amministrazione comunale di concedere uno spazio pubblico a un evento ritenuto “incompatibile con i valori costituzionali”.
«Milano ha detto no, Somma Lombardo è riuscita a evitarlo. Gallarate invece accoglie il summit dell’estrema destra europea. Ma noi diciamo chiaramente: non in nostro nome», ha dichiarato Anna Zambon, segretaria del PD gallaratese, sottolineando il rifiuto politico e culturale dell’iniziativa. A rincarare la dose è stato il capogruppo dem in consiglio comunale Giovanni Pignataro, che ha parlato di «silenzio assordante e complice» da parte della giunta, accusata di legittimare «una deriva eversiva» attraverso l’assegnazione di spazi pubblici.
La protesta ha assunto rilievo anche sul piano regionale e nazionale. In piazza era presente il senatore del Partito Democratico Alessandro Alfieri, che ha lanciato un messaggio diretto a Palazzo Chigi: «Chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di esprimersi chiaramente su quanto accaduto».
A parlare di “macchia politica sulla Lombardia” è stato invece Samuele Astuti, consigliere regionale del PD, che ha ricordato la recente bocciatura, da parte della maggioranza di centrodestra in Consiglio Regionale, di una mozione di condanna sull’evento: « ho letto alcune dichiarazioni da parte degli esponenti della lega e le trovo incomprensibili. Loro oggi hanno macchiato l’onore della nostra Lombardia».
Il clima, pur teso, resta sotto controllo grazie all’ingente presenza delle forze dell’ordine che continuano a presidiare le vie del centro cittadino. Ma la frattura politica emersa oggi a Gallarate sembra destinata ad avere strascichi ben oltre i confini comunali.
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