Il Nazionale

Politica | 13 giugno 2023, 07:02

Che ne sarà di Forza Italia in Piemonte e nel Cuneese?

Con la morte di Silvio Berlusconi si chiude una stagione politica durante trent’anni. Si apre una nuova fase con tante incognite che riguardano sia il destino del partito che quello dei suoi uomini di punta, compreso il presidente della Regione Alberto Cirio

Che ne sarà di Forza Italia in Piemonte e nel Cuneese?

La morte di Silvio Berlusconi segna la fine di una stagione politica durata trent’anni.

Una storia che, nel Cuneese, ha visto Forza Italia – a partire dalla prima metà degli anni ’90 – raccogliere, insieme alla Lega, larga parte dei consensi che un tempo l’elettorato moderato affidava alla Democrazia Cristiana e ai partiti laici del cosiddetto “Pentapartito”.

Con la fine di Berlusconi si apre una nuova stagione, in parte già iniziata con le elezioni politiche del 25 settembre scorso. I numeri dicono che, nell’arco degli ultimi dieci anni, ad ogni consultazione, l’asse della coalizione di centrodestra è andato spostandosi sempre più a destra.

I dati emersi dalle recenti ultime votazioni nazionali ne sono un’ulteriore conferma, con Fratelli d’Italia che ha drenato buona parte dei suffragi che erano prima appannaggio di Forza Italia e poi della Lega.

Che succederà adesso?

Forza Italia si è sempre connotata come un “partito azienda”, saldamente nella mani del suo fondatore, il Cavaliere di Arcore.

Ce la farà a sopravvivere? E se sì in quali termini?

Sono gli interrogativi che si stanno ponendo in queste ore politologi e gli stessi rappresentati istituzionali forzisti ai vari livelli, dal Parlamento, alle Regioni per arrivare fino ai Consigli comunali.     

Nell’attesa di capire gli sviluppi affidiamo ai numeri una prima testimonianza a caldo di quella che è stata la parabola di Forza Italia in provincia di Cuneo negli ultimi dieci anni.

 

ELEZIONI EUROPEE  2014 e 2019

Nel 2014, nella Granda, Forza Italia aveva ottenuto 55.177 voti (18,21%)

Nel 2019 30.069 (9,80%).

 

ELEZIONI REGIONALI 2014 e 2019

Nel 2014 Forza Italia aveva ottenuto in provincia 36.927 voti, pari al 14,71%.

Nel 2019, nonostante la vittoria del forzista albese Alberto Cirio, non arrivava al 10%, scendendo a 23.980 voti (9,14%).

 

ELEZIONI POLITICHE 2013 e 2018

Nel 2013 Forza Italia si era presentata sotto il simbolo del Pdl (Popolo delle Libertà) ottenendo 66.083 voti (19,60%).

Nel 2018, tramontata l’esperienza del Pdl, FI era tornata a correre col proprio simbolo ottenendo 22.215 voti (13,53%).

 

ELEZIONI POLITICHE 2022

I dati dell’ultima tornata elettorale nazionale, richiedono una premessa, essendo impossibile – dopo la modifica dei collegi elettorali, conseguenza della riduzione del numero dei parlamentari – un esatto confronto con le precedenti.

Come noto, infatti, la provincia di Cuneo, è stata spezzata in due per quanto riguarda la Camera dei Deputati.

Da una parte il collegio Piemonte 2 U05 detto “di Cuneo”, che ricalca grosso modo il territorio dell’Asl Cn1 con Cuneo, Saluzzo, Savigliano, Fossano, Mondovì e Ceva e i rispettivi hinterland.

Dall’altra il collegio Piemonte 2 U04 detto “di Asti” che comprende i Comuni di Alba, Bra, Langhe e Roero (Asl Cn2) e quelli della provincia di Asti.

Nel primo Forza Italia ha ottenuto 17.700 voti (8,71%).

Nel secondo 19.079 (10,40%).

Più complicata l’analisi del Senato, poiché il collegio senatoriale Piemonte 2 U05 detto “di Cuneo” ricomprende, oltre a tutti i Comuni del Cuneese, anche una discreta fetta di Comuni del Torinese (Pinerolese e Carmagnolese).

In questo collegio Forza Italia ha ricevuto 33.202 consensi (8,92%).

 

L’interrogativo su quel che avverrà politicamente con l’uscita di scena di Berlusconi tocca da vicino la Granda dal momento che – come noto – il presidente della Regione Piemonte è espressione di questa forza politica, una delle tre gambe della coalizione di centrodestra, quella ritenuta la più moderata perché espressione della liberaldemocrazia e perché ancorata nella UE al Partito Popolare Europeo.

Si apre, dunque, una fase nuova per la politica italiana con il definitivo tramonto della Seconda Repubblica, ammesso che la definizione avesse ancora ragion d’essere.

Inevitabili le ricadute che dal livello nazionale si irradieranno sul territorio.

In quali termini e con quali conseguenze è ovviamente presto per dirlo.

Giampaolo Testa

Commenti