Torino scende in piazza per lo sciopero globale per il clima. Venerdì i ragazzi di Fridays for future tornano a mobilitarsi per l'ambiente. Tra di loro anche Sara Diena, storica attivista e attualmente anche consigliera di Sinistra Ecologista in Sala Rossa.
Sara Diena, quale è il programma di venerdì?
Il corteo partirà alle 10 da piazza XVIII dicembre: rispetto alle precedenti manifestazioni, il percorso sarà diverso. Toccheremo il Giardino Artiglieri di Montagna per protestare contro la cementificazione del parco per costruire Esselunga. Passeremo poi davanti al grattacielo di Intesa Sanpaolo, che dopo Unicredit è la banca che investe di più nei combustibili fossili, così come nelle armi. Proseguiremo poi su corso Vittorio per sfilare davanti all'Ufficio Scolastico Regionale e poi in piazza Solferino: una risposta all’esito “inutile” del Consiglio Regionale sul cambiamento climatico.
Una manifestazione che vuole accendere un faro non solo sull’emergenza climatica, ma anche sulle guerre?
Sì. In via Pietro Micca faremo un minuto di silenzio non solo per le vittime ucraine, ma anche per quelle dei conflitti passati e futuri. La crisi climatica porterà certamente ad aumento delle guerre nel mondo.
Sono passati un po’ più di 5 mesi dalla sua elezione nel Consiglio Comunale di Torino con Sinistra Ecologista: quale il primo bilancio? Promossi e bocciati dell’amministrazione?
Io sto ancora prendendo confidenza con la macchina comunale: per quanto riguarda la giunta, spero che alle dichiarazioni seguano presto i fatti. Penso ad esempio all’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni che dice stop al consumo di suolo e a quello alla mobilità Chiara Foglietta che promette di ridurre le emissioni entro il 2030. Sono dichiarazioni forti e di cui non posso che essere felice, accompagnate però da azioni che per ora non vanno in quella direzione.
In che senso? Può fare degli esempi?
Come il caso di Esselunga e il consumo di suolo che riguarda Mazzoleni, allo stesso modo l'assessora Foglietta dice di voler puntare molto sulle pedonalizzazioni e sulla mobilità dolce, ma poi è stata cancellata la pista ciclabile di via Gorizia. Anche per quanto riguarda i rifiuti, quando arriveremo al porta a porta su tutta Torino? Al momento si parla di estendere le eco-isole: abbiamo pochissimi dati però sulla validità di questo metodo di raccolta dei rifiuti. Gli investimenti sulle rinnovabili non sono così ambiziosi: Torino è cresciuta con l’auto, ma mi sembra evidente che al momento la città non sia pronta a lasciare questa parte della storia ed andare avanti.
I Fridays hanno perso di slancio?
Sicuramente il lockdown ci ha colpito duramente e ha dimezzato il gruppo. Abbiamo quindi deciso di rivalutare le nostre energie: non facciamo più presidi in piazza Castello tutti i venerdì, ma facciamo un’assemblea pubblica al Comala. Le nostre rivendicazioni si sono però ampliate e allargate: abbiamo deciso di unire la nostra lotta a quella dei No Tav e del movimento transfemminista. Sabato 26 marzo, con la Cgil, abbiamo organizzato un pullman per andare a dare la nostra solidarietà ai lavoratori della Gkn di Firenze.
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