“L’è tutto sbagliato. L’è tutto da rifare”.
Così direbbe Ginettaccio Bartali se assistesse alla vaudeville del centrodestra cuneese.
Lunedì in un comunicato, redatto con uno stile che rammentava quello dell’agenzia stampa sovietica Tass, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si giuravano amore eterno.
Martedì in Regione, sulla votazione dell’Ufficio di Presidenza, la coalizione è saltata e ora Fratelli d’Italia sale sulle barricate e minaccia il “liberi tutti”.
Come se non bastasse, a stretto giro di posta, qualche improvvisato king maker bruciava (probabilmente con dolo) nomi di improbabili candidati sindaci con la conseguenza di destabilizzare ulteriormente un quadro già instabile di suo.
La situazione resta quanto mai precaria a Cuneo come a Savigliano e Mondovì dove le coalizioni sono da costruire e i candidati sindaci tutti da verificare alla prova dei fatti.
La città capoluogo è quella dove la situazione, se possibile, è più complicata che altrove.
Fatto questo che induce la maggioranza uscente a temporeggiare, anche se nelle ultime ore sembra (il condizionale resta d’obbligo) che si registri un’accelerazione per l’individuazione del successore di Federico Borgna.
Forza Italia è tentata (anche se non lo ammette) di intensificare i contatti con la lista civica “Centro per Cuneo”, dove per altro sono presenti alcuni suoi storici esponenti, come Umberto Fino.
Forza Italia è l’unico, fra i tre partiti di centrodestra, a non avere vincoli di simbolo, ragion per cui in nome del “civismo” e dell’obiettivo sempre più “centrista” indicato dal suo leader Silvio Berlusconi, potrebbe azzardare un percorso autonomo. L’obiettivo, ambizioso, potrebbe essere quello di portare “Centro per Cuneo” fuori dal centrosinistra.
Chissà che Enrico Costa ed Alberto Cirio non abbiano in qualche modo già affrontato la questione, a maggior ragione se il candidato sindaco della maggioranza in carica fosse espresso dal Pd nella persona dell’attuale vicesindaco Patrizia Manassero.
Fratelli d’Italia, dopo gli schiaffi ricevuti a Palazzo Lascaris da Lega e Forza Italia, non vede l’ora di restituire la pariglia.
Bongioanni cercherà di convincere il presidente dell’Atl Mauro Bernardi a scendere in pista, ma basteranno i buoni rapporti tra lui e Paolo Bongioanni ad indurlo ad accettare una sfida così titanica?
La Lega guarda e non favella, anche perché nessuno dei big provinciali si è mai attivato più di tanto per il capoluogo di provincia.
Tuttavia, per la Lega queste elezioni amministrative saranno un test cruciale.
Quando sui monitor televisivi compariranno le percentuali di consensi ottenuti dalla Lega, Matteo Salvini chiederà conto ai suoi proconsoli nella Granda.
E sulla base dei risultati ottenuti, soprattutto nel capoluogo (è questo che fa fede nelle classiche nazionali), deciderà chi, l’anno prossimo, farà ritorno sui banchi del Parlamento.
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