Il Nazionale

Cronaca | 18 gennaio 2022, 12:50

Processo Tirreno Power, Bianchi (epidemiologo Cnr): "Era emerso quadro molto serio, nesso tra la mortalità del tumore al polmone e l'inquinamento"

Dal 2001 al 2013 ha rilevato eccessi di mortalità addirittura del +90% per malattie dell'apparato respiratorio negli uomini, e in generale un aumento della mortalità riscontrato pari al 49% nell'area della centrale a carbone vadese

Processo Tirreno Power, Bianchi (epidemiologo Cnr): "Era emerso quadro molto serio, nesso tra la mortalità del tumore al polmone e l'inquinamento"

"Emergeva un quadro che ci sembrava molto serio. C'è un nesso tra la mortalità del tumore al polmone e l'inquinamento".

A dirlo nell'aula magna del Tribunale di Savona è Fabrizio Bianchi, Direttore dell’unità di Epidemiologia ambientale del CNR di Pisa che ha fatto parte dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr-Ifc.

Consulente delle parti civili, ha esposto la sua attività durante il processo che vede al centro la centrale Tirreno Power di Vado Ligure per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell'azienda, rinviati a giudizio con l’accusa di disastro ambientale e sanitario colposo.

Bianchi aveva condotto lo studio epidemiologico (già esposto in aula nel febbraio 2021 dal dottor Fabrizio Minichilli) sulla centrale a carbone Tirreno Power e che aveva suscitato interesse in ambito scientifico in merito alla metodologia e al campionamento di 144.000 persone. Dal 2001 al 2013 ha rilevato eccessi di mortalità addirittura del +90% per malattie dell'apparato respiratorio negli uomini, e in generale un aumento della mortalità riscontrato pari al 49% nell'area della centrale a carbone vadese.

"Bisognava dare una svolta in avanti alle conoscenze pubbliche che erano solo descrittive, dicevano in una certa area come era la mortalità e la natalità ma non dicevano niente su come era la situazione in quella zona tenendo conto di tutti i fattori principali (inquinamento atmosferico) e quanto era l'esposizione dei cittadini" ha specificato Bianchi in merito al compito assegnato da parte della Regione di dar vita ad approfondimenti alla struttura epidemiologia clinica dell'Irccs San Martino, che a sua volta aveva incaricato l'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr.

"Mi era stato assegnato il compito di coordinare i gruppi di studio affidando la responsabilità scientifica al dottor Minichilli. Ho curato tutti gli aspetti delle relazioni interne del gruppo in cui lavorano più competenze e all'esterno con i vari attori in campo" puntualizza.

Gli epidemiologi ambientali avevano svolto una ricerca sull’impatto della centrale di Vado, studiando la popolazione residente per 13 anni, dal 2001 al 2013, in 12 comuni dell’area, per valutare la relazione tra esposizione ad inquinanti atmosferici e rischio di mortalità e malattie.

“L’esposizione a biossido di zolfo (SO2) e ossidi di azoto (NOx) era stata stimata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure (Arpal) mediante un modello di dispersione, che aveva considerato le emissioni da fonti industriali, portuali e stradali con l’area che era stata suddivisa in 4 classi di esposizione a inquinanti (diversi livelli con inquinamento di crescente intensità).

La relazione tra effetti sulla salute ed esposizione a inquinamento atmosferico era stata studiata per uomini e donne, confrontando ciascuna delle tre categorie con maggiore concentrazione di inquinanti con quella a minore concentrazione, tenendo conto dell’età e della condizione socio-economica della popolazione (indice di deprivazione). Per il periodo 2001-2013 erano state seguite 144.019 persone, identificate con l’indirizzo di residenza.

"Abbiamo cercato di capire se c'era stata un'esposizione a breve o lungo termine agli inquinanti atmosferici, ed è acclarato che una componente della malattie cardiovascolari siano attribuiti a quel tipo di esposizione. Si fanno questi studi per capire quanto è il rischio in quella situazione e chi è esposto e cosa accade in termini di relazione tra l'aumentare dell'esposizione agli inquinanti e il rischio" puntualizza l'epidemiologo.

La ricerca aveva riscontrato eccessi di mortalità per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%).

 

"C'è una corrispondenza per maschi e femmine che ci fa pensare che alcuni confondenti che fino a qualche decennio fa erano più forti negli uomini come il fumo non abbiano agito in modo differenziale. Per le malattie del sistema circolatorio più forte per le donne rispetto agli uomini, uguale per il trend della mortalità" ha specificato Fabrizio Bianchi.

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