Dopo la morte dell’unico imputato, Mario Bonturi, reo confesso dell’omicidio del gioielliere imperiese Luciano Amoretti stamani la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Carlo Indellicati Bossi a latere, ha emesso la sentenza di non luogo a procedere in quanto il reato è estinto.
Il 65enne di Nizza Monferrato è deceduto il 4 gennaio scorso all’ospedale di Rozzano dove è stato ricoverato in seguito ad un malore che ha accusato mentre si trovava recluso al carcere di Milano Opera. L’uomo era detenuto dal 3 agosto del 2020. L’omicidio è avvenuto la sera del 1 agosto 2020 all’interno dell’abitazione della vittima in corso Garibaldi a Sanremo. Secondo l’accusa Bonturi, difeso dal legale Gianluca Bona, avrebbe ucciso il gioielliere 77enne con un attrezzo da muratore, una mazzetta, al termine di una violenta lite, ma ha sempre negato di aver agito con premeditazione.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura e dai poliziotti della Squadra Mobile e del commissariato di Sanremo il presunto killer si era recato a Sanremo per recuperare alcuni gioielli che aveva affidato alla vittima, ma di questi preziosi non ce n’era più traccia e tra i due è scoppiato un forte diverbio degenerato poi nell’omicidio. Bonturi subito dopo l’arresto ha confessato, ma al pm Francesca Buganè Pedretti ha sempre negato di aver premeditato il delitto. Il processo quindi si chiude senza un profilo di responsabilità penale, ma anche senza alcun risarcimento alle parti civili. Bonturi non aveva né mogli né figli e non risultano esserci eredi.
“Di questa vicenda adesso resta l’aspetto psicologico, dice al nostro giornale l’avvocato Bona, di chi ha commesso questo reato orribile. Un soggetto che ha ucciso un uomo e in seguito a ciò, questa è una mia valutazione, non ha retto il peso di questa azione. Credo che le cose siano andate cosi. Bonturi è venuto a mancare per il peso di questa azione che si stava portando sulle spalle”.
Il legale Bona non tralascia il ricordo del drammatico interrogatorio, dal punto di vista emotivo e psicologico, in cui l’imputato in lacrime ha ammesso al pm di essere stato lui ad uccidere brutalmente Amoretti. “Il mio ricordo attiene a quello che ho visto nei suoi occhi quando raccontava questa vicenda terribile. Ricordo una sofferenza grande perché quello che ha fatto ha messo fine alla vita della persona offessa, ma anche alla sua”.
Commenti