Il Nazionale

Cronaca | 15 novembre 2021, 07:51

"Basta dittatura": giro di vite nei confronti dei No Vax più radicali. Da Torino blitz contro 17 persone

Identificati i maggiori attivisti del noto canale contro i vaccini che combattono il Covid: istigazione a delinquere e disobbedienza alle leggi

"Basta dittatura": giro di vite nei confronti dei No Vax più radicali. Da Torino blitz contro 17 persone

Avevano ribattezzato il loro gruppo telegram "Basta Dittatura" e al suo interno diffondevano messaggi che, oltre a contrapporsi alla campagna vaccinale e al green pass, secondo le forze dell'ordine istigavano la gente a compiere reati e a disobbedire alla legge. Dall'incitamento all’utilizzo delle armi, all'invito a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Draghi, ma anche le categorie di medici, giornalisti, scienziati e non solo.

Blitz nei confronti di 17  persone

Per questo motivo, dalle prime luci di questa mattina, la Polizia di Stato sta eseguendo 17 decreti di perquisizione, in diverse città d’Italia, nei confronti degli attivisti NO Vax/NO GreenPass più radicali affiliati al noto canale social.

L’operazione è scattata dopo le indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione, con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

L’Autorità Giudiziaria competente ha ravvisato nei confronti degli indagati le fattispecie di reato come istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire le leggi.

 

Migliaia di iscritti nei mesi scorsi

“Basta Dittatura” negli scorsi mesi aveva raccolto decine di migliaia di iscritti, risultando essere il nodo di collegamento con tutti i principali spazi web di protesta, degradata via via in un persistente incitamento all’odio ed alla commissione di gravi delitti; la propagazione virale dei messaggi ha determinato inoltre consistenti disagi nella gestione dell’ordine e sicurezza pubblica delle piazze.

Gli indagati avevano partecipato alla chat istigando sistematicamente all’utilizzo delle armi ed a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Draghi; obbiettivi ricorrenti sono stati inoltre le forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e “collaborazionismo” con la “dittatura” in atto. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato.

 

Molte le persone già note alle forze dell'ordine

Molti dei perquisiti risultavano già noti alle forze dell'ordine, sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione ed in materia di stupefacenti. Tra gli indagati figurano però anche soggetti incensurati caduti nella spirale dell’odio online.

I contenuti e i toni sono risultati esasperati, con riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”, oltre ad allusioni dirette a “nuove marce su Roma” ed al terrorismo; tra gli identificati anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari nonché attivisti resisi protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell’ordine impiegate per i servizi di ordine pubblico.

Oltre a Torino, coinvolte anche le città di Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, e Varese con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

redazione

Commenti